LA GAZZETTA DELLO SPORT – Madrid in vantaggio con Benzema. L’1-1 arriva su rigore di Aguero. Espulso Arbeloa, però gli inglesi non ne approfittano…
RASSEGNA STAMPA – Mezza festa per Mourinho che deve accontentarsi di un pareggio nella sera in cui taglia il traguardo delle 100 panchine in Champions League, con la promozione anticipata agli ottavi, ma soltanto come secondo, dietro il Borussia Dortmund. Bocciatura intera, invece, per Mancini che per il secondo anno consecutivo viene eliminato subito, con il rischio di non potersi consolare nemmeno con i supplementari in Europa League. Partita, dominata dai campioni di Spagna nel primo tempo e dai campioni d’Inghilterra nel secondo. Giusto 1-1 finale, quindi. La squadra di Mourinho in Europa non è così travolgente come nella Liga, perché ha vinto soltanto 2 partite su 5. E il discorso vale per Mancini, perché il suo City, appena tornato in testa nella Premier, ha soltanto 3 punti frutto di altrettanti pareggi casalinghi. Ronaldo e compagni si scatenano nel primo quarto d’ora in cui potrebbero segnare quattro volte. L’unico tentativo a segno rimane il primo, con Benzema che devia da pochi passi un cross di Di Maria, tra Zabaleta e Maicon colpevolmente immobili. E’ la classica mazzata sul moribondo City, graziato da due conclusioni fuori di poco di Khedira e da un pallonetto troppo morbido di Ronaldo, che consente a Nastasic di rinviare sulla linea. Con Balotelli ancora in tribuna, ufficialmente per mal di schiena, il City appare sorpreso dalla furia degli avversari, mostrando gravi limiti tattici, perché l’inedito 3-4-1-2 scelto da Mancini concede troppi spazi; tecnici perché Maicon sembra un ex e Dzeko sbaglia tutto; e infine caratteriali perché evidentemente la squadra non ha mai creduto nella possibilità di tornare in corsa. E così basta qualche accelerazione di Khedira al centro, di Di Maria e Ronaldo sulle fasce per mettere in crisi una difesa molle e scoperta. Soltanto Yayà Tourè cerca di scuotere i compagni davanti al trio Zabaleta-Kompany-Nastasic, per smarcare Dzeko e Aguero. E l’argentino è l’unico ad avvicinarsi al gol nel primo tempo con una conclusione alzata sopra la traversa da Casillas. Mancini fa bene a non arrendersi e nella ripresa inserisce prima Garcia e poi Tevez al posto degli inutili Kolarov e Nasri. Sono gli assalti finali in un clima infuocato, che impegna severamente Rocchi. Silva suona la carica, costringendo Casillas al secondo intervento della serata, ma l’occasione più clamorosa capita ad Aguero che calcia da due passi trovando sulla traiettoria un grande e fortunato Casillas. E allora Mourinho, visto che il Madrid rischia troppo, manda in campo Callejon al posto di Modric. Mossa inutile, perché il City sembra indemoniato e al 28′ trova il meritato pareggio con Aguero, che trasforma un discutibile rigore concesso per un fallo di Arbeloa su di lui. E siccome il difensore viene ammonito per la seconda volta, il Madrid gioca l’ultimo quarto d’ora in inferiorità numerica, con l’opportuna sostituzione di Benzema con Varane. Più male che bene, la squadra resiste, ma per rendere l’idea della sua sofferenza, Mourinho se la prende con il quarto uomo, con un ironico applauso, quando mostra il tabellone luminoso che indica 5 minuti di recupero. Le sue prime 100 partite potevano essere festeggiate meglio. Ma siccome lui ha già vinto due Champions entrando agli ottavi come secondo, gli può andare bene anche così.