La cantante torna sull’incertezza durante l’esecuzione dell’inno e sul suo ipotetico compenso”
Intervistata da Radio RTL 102.5 Katia Riciarelli ha precisato che: “non ho percepito una lira, ci tengo, vorrei sapere chi ha sporcato la mia dignità, asserendo pubblicamente che ho avuto un cachet. Io quello che ho ricevuto e’ stato un biglietto di andata e ritorno da Verona, il mio arricchimento e’ stato emozionale seguendo un spettacolo di grande classe, professionalità e di grande contenuto sportivo e ci siamo divertiti tutti. Evidentemente in questo Paese può darsi che non ci sia nulla a cui pensare e questa diventa un’amarezza enorme.”.
La cantante ha poi spiegato come mai tutte quelle incertezze durante i primi istanti dell’Inno: “ho avuto un attimo di incertezza su cosa dovessi seguire, se la banda o i 75.000 tifosi, e li’ davanti avevo solo un microfonino che era come non ci fosse. Ma non ha importanza perche’, non canti quella cosa per dimostrare di avere la voce, ma per una questione goliardica, di ammirazione sportiva e di grande rispetto per l’immenso spettacolo creato. Allora ho iniziato a chiedermi se andare con l’uno o con gli altri e quei due o tre secondi di incertezza mi avranno probabilmente fatto dimenticare una parola, perche’ c’era uno sfasamento musicale. La colpa non e’ di nessuno, i tifosi devono cantare come cantano. In America gli inni non sono accompagnati dalla musica, vada come vada, perche’ ha un valore simbolico.”.