LA GAZZETTA DELLO SPORT – Giovinco poco ispirato (18 palloni persi): è il simbolo della Juve che stenta. Hernanes si mette a disposizione del gruppo
I meriti di Marchetti sono davanti agli occhi di tutti e nessuno può sostenere che, senza quel portierone, il risultato sarebbe stato il medesimo. C’è qualcosa che non va nel motore bianconero. La manovra offensiva non convince, manca il guizzo decisivo. Il problema è che, nel calcio, puoi conquistare tutti i palloni che vuoi, ma dopo devi essere capace d’inventarti una magìa per superare una barriera di uomini come quella sistemata ieri dalla Lazio di Petkovic. La gente si aspetta che Giovinco trasformi ogni pallone in oro, ma forse esagerano nell’attribuire al fantasista tutto questo potere. La Juve non può aggrapparsi soltanto a lui che, tra l’altro, ha i classici movimenti della prima punta (nonostante il fisico non sia possente) e gioca più per la conclusione personale che per l’assist ai compagni. Ci sono numeri che raccontano le difficoltà di Giovinco: 18 palloni persi (solo 3 recuperati), 8 dribbling sbagliati (solo 1 riuscito). Su un totale di 70 tocchi sono cifre che pesano. Nella Lazio, che tira giù la saracinesca e si difende con i denti, il giocatore di maggiore tecnica, cioè Hernanes, si mette a disposizione dei compagni e lotta, tiene il pallone, fa respirare la squadra. Il brasiliano, insomma, è un valore aggiunto: sbaglia 7 dribbling, è vero, ma ne azzecca altrettanti; perde 4 palloni, però ne recupera 3; vince 3 contrasti; la gamba non la toglie mai, e pazienza se non è giornata per arrivare al tiro. Hernanes si sacrifica in nome del collettivo e, se c’è da commettere un fallo tattico per bloccare gli avversari, mica si tira indietro (3 interventi scorretti). Questo sì che è un centrocampista completo!