LA GAZZETTA DELLO SPORT – RASSEGNA STAMPA – (M. Pasotto) – In forma. “Stamane ho fatto settantadue flessioni, mi sento un 35enne”. La battuta dei presenti è scontata: “Presidente, allora a Napoli giochi lei che è meglio…”. Replica: “Poco a poco ritorneremo”. Berlusconi si è ripresentato a Milanello, a più di un anno dall’ultima visita, per riprendere in mano la sua creatura. Parole sue: “E’ un momento in cui non ho cariche istituzionali e quindi ho più tempo per occuparmi del Milan. Lo farò con molta gioia. Devo recuperare tutto quello che ho perso in questi anni”. Una visita ampiamente annunciata e durata cinque ore: arrivo in elicottero alle 12.10, durante la rifinitura della squadra, una telefonata con Galliani (trattenuto in sede da impegni economico-commerciali legati al bilancio), un saluto particolarmente affettuoso a El Shaarawy, un breve discorso alla squadra e poi via alle consultazioni individuali. Che erano poi il clou della giornata. Ai colloqui in campo ne sono seguiti altri. Fra cui quello con Allegri e Tassotti. Berlusconi ha voluto parlare davvero con tutti, tanto che la squadra è decollata per Napoli con mezz’ora di ritardo. Lungo la giornata c’è stato modo anche per intrattenersi con i giornalisti. Berlusconi ha fatto il punto su tutto, spesso con ironia. Svariando dalle acconciature — non molto gradite — di alcuni giocatori: “El Shaarawy non è una sorpresa, l’ho voluto prendere io. E’ un ragazzo solido, coi piedi per terra e farà benissimo, però ora se cambiasse anche la pettinatura…”, alla crisi economica: “Mi date qualche soldo voi?”, ha sorriso ai cronisti. E assistere alle prodezze di Ibrahimovic è un dito nella ferita: “Mamma che gol ha fatto. Ho tantissimo rimpianto per lui, ma c’è la crisi e bisogna fare i conti. Se avessimo ancora lui e Thiago sarebbe tutta un’altra storia. Ma in totale abbiamo risparmiato 160 milioni, era impossibile tenerli in questa situazione. In più abbiamo lasciato andare dodici senatori. C’è stato un cambio generazionale totale, sapevamo avremmo incontrato tempi difficili. In questo momento non c’è un altro Gattuso che trascina la squadra, dobbiamo riuscire a trovare un nuovo capitano come lo era lui”. Ieri Allegri ha incassato nuovamente la fiducia da parte della proprietà: “Si riparte da lui. Il Milan ha una sua tradizione, in 26 anni abbiamo cambiato tecnico in corsa solo due volte. Siamo persone serie. Con Allegri il rapporto è molto buono, è un’ottima persona dal punto di vista umano prima ancora che da allenatore. Ha vinto uno scudetto, sfiorato il secondo, poi sono piombate addosso alcune cose inaspettate, più una catena di incidenti mai visti. Se il presidente non volesse un allenatore, ora lui non sarebbe qui. Allegri è ancora con noi perché ha la mia fiducia”. Dispensa, come sempre, consigli tattici: “Quest’anno col cambio totale della squadra c’è da impostare il nuovo sistema di gioco. Io sono qui anche per questo. L’ultima decisione è dell’allenatore, ma prima di arrivarci occorre un confronto con la società, un interlocutore che deve essere ascoltato… . La difesa a tre è da escludere. L’abbiamo adottata una stagione sola (nel 1998-99, con Zaccheroni, ndr), abbiamo poi vinto il campionato perché nelle ultime giornate abbiamo cambiato sistema (passando dal 3-4-3 al 3-4-1-2, ndr)”. Il secondo ‘consiglio’: “Montolivo è il regista della squadra, mi ricorda Pirlo. Ho molta fiducia in lui, parlerò con Allegri e gli dirò di schierarlo in mezzo al campo”. Tutto questo in attesa di qualche rinforzo. Berlusconi prima promuove Balotelli: “Mi piace molto”, poi conferma: “Sul mercato a gennaio? Siamo qui per quello, lasciatemi prendere in mano la situazione”. Anche perché per il momento il Milan resta un affare di famiglia. “Parlate continuamente di partner esteri, ma sono tutte storie. Non c’è nulla di vero. I cinesi? Magari verranno in qualità di sponsor, ma in vista non c’è nulla, nessuna trattativa. Certo, se arrivasse qualcuno con forti disponibilità finanziarie e desiderio di dare una mano per mantenere il Milan fra le protagoniste mondiali, perché no. Ma per ora nessun discorso. Prima bisogna ricostruire la squadra e tornare vincenti: solo dopo si potrebbe pensare di vendere il club a chi dà garanzie di massimo impegno”. Lo stesso che ci si attende da Pato: “Deve riprendersi, è un giocatore importantissimo che abbiamo sempre ritenuto incedibile. Ha una gran voglia di ricominciare”. Infine, un appello alla gente rossonera: “I tifosi che non vanno più allo stadio mi hanno provocato dolore. E’ nei momenti difficili che si vedono i veri tifosi, una grande squadra ha bisogno di un grande pubblico”.