IL CORRIERE DELLO SPORT- «Lascio da campione del mondo, e contento della nuova vita da dedicare agli affetti». Sarà team manager Aprilia?
Ci ha pensato tutta la notte, anche se la decisione, come riporta il Corriere dello Sport, in realtà l’aveva presa qualche giorno fa, poi all’alba – inevitabilmente – ha “postato” un tweet dal vago sapore apocalittico: ” E’ un’alba molto diversa oggi per me. Niente sarà come prima. Forza comunque! “. Qualche ora dopo era a Vallelunga, a bordo di un Doblò (!) rosso, una sciarpetta attorno al collo, ad annunciare il suo ritiro dalle competizioni. «Tutto è nato e tutto finisce qui» , sono state le sue prime parole nel piazzale dell’autodromo romano che lo aveva visto debuttare, da pilota professionista, nel 1990.
Era l’anno del primo titolo iridato di Loris Capirossi in 125. Correvano tutti i migliori dell’epoca: il fresco campione del mondo, e poi Fausto Gresini, Doriano Romboni, Maurizio Vitali. Lo sconosciuto Massimiliano Biaggi arrivò terzo al traguardo, guidando una Honda 125 “Kit B” di Massimo Matteoni. «Ancora me lo ricordo, quel giorno. Passai in carenatura sul traguardo con il miglior tempo, poi dietro di me, uno in scia all’altro, sfilarono Gresini e Romboni, soffiandomi la pole» .
Sul tavolo, da firmare, c’era un contratto. «Annuale, ovviamente, perché alla mia età non si possono prendere decisioni che vanno oltre una stagione. Sono sereno perché nessuno mi ha forzato. Ho deciso di lasciare, di fermare il Max pilota, il Corsaro, per lasciare spazio all’uomo Massimiliano, che farà altro. Sto parlando con l’Aprilia per un progetto a medio termine…» .
Una cosa che ha in mente da tempo l’uomo Biaggi: mettere la sua esperienza al servizio dell’Aprilia come team manager, o comunque, con un ruolo dirigenziale. «Io sono d’accordo con Max, su questo – aveva detto già un anno fa Gigi Dall’Igna, il capo del reparto corse – il problema è solo la parte economica» . Si troverà una soluzione. «Vedremo in futuro. Per il momento la mia famiglia è stata importante in questa decisione. Improvvisamente mi sono reso conto di quanto tempo ho rubato loro. Ai miei bambini, alla mia compagna. E’ il momento di dare spazio agli affetti» .
E’ l’unico sassolino che si toglie dalle scarpe, Max. Quel titolo della 500 sfuggitogli per la bandiera nera di Barcellona, nel 1998, ancora brucia.
«Ma oggi non voglio parlare di altri. Oggi è il mio giorno – taglia secco quando gli si chiede se, prima di lasciare, non abbia voglia di fare un’ultima gara con Valentino Rossi – Il 2 dicembre, al circuito del Sagittario di Latina gareggerò nel Supermotard nella gara di beneficenza per la fondazione di Marco Simoncelli» .
Ci sarà anche Rossi? Sarebbe divertente e fantastico rivederli nuovamente uno contro l’altro in una sfida “neutra”.