MILAN-FIORENTINA. Uno contro l’altro

LA REPUBBLICA – Aquilani e Montolivo, destini incrociati. Entrambi predestinati, si sono scambiati la maglia e sono rivali in nazionale.

(getty images)

 

Talenti a parametro zero. Fantasia low cost per il centrocampo di Fiorentina e Milan. I destini incrociati di Montolivo e Aquilaniè uno dei tanti motivi della partita che domenica mette di fronte il calcio di Montella e quello di Allegri. Giovani e con i piedi buoni, destinati a un futuro da campioni, amati e spesso discussi. Sono quelli che giocano a testa alta. Quelli che hanno qualità. Quelli che possono fare la differenza e non sempre ci riescono. Alberto e Riccardo in estate si sono scambiati la maglia. Con un anno di ritardo. Il doppio scambio poteva essere fatto prima, ma l’anno scorso Aquilani andò al Milan (disse di no al prestito alla Fiorentina) e Montolivo rimase in viola.

 

La svolta è arrivata un campionato dopo. Montolivo dopo sette anni ha lasciato Firenze, destinazione Milan. Costo dell’operazione: zero (era a fine contratto). Aquilani, dopo un anno in parcheggio al Milan, ha lasciato il Liverpool e ha scelto la Fiorentina per ripartire. Costo del trasferimento: zero (titolo gratuito). È stato il colpo di mercato di Pradè, però si è infortunato quasi subito e domenica potrebbe tornare in campo da titolare. «Aquilani, Borja Valero e Pizarro sono un centrocampo di lusso» ha detto nei giorni scorsi Montella. Forse il migliore della serie A. C’è tutto lì dentro. L’intelligenza di Pizarro, la forza di Borja Valero, la qualità di Aquilani. Se trovano l’equilibrio giusto possono diventare devastanti. E Aquilani sa anche fare gol. Quando era a Roma lo chiamavano Il Principino per la somiglianza con Giannini, ma anche per quella sua regalità nel giocare a pallone. Dopo la Roma era pronto a spaccare il mondo, invece l’esperienza a Liverpool non è stata un granché, e nemmeno i passaggi alla Juventus e al Milan. La Fiorentina è la sua nuova possibilità, anche per tornare in Nazionale. E lì potrebbe ritrovare Montolivo, uno dei punti fermi nelle strategie di ct.

 

Riccardo il predestinato, dicevano così quando nell’estate del 2005 arrivò alla Fiorentina dall’Atalanta (comproprietà per 3,5 milioni). Un anno e poi il riscatto (altri due milioni) e quell’etichetta di eterno incompiuto appiccicata addosso. Prima dicevano che era giovane, poi che era un mezzo giocatore, a metà strada tra un numero dieci e un centrocampista. Infine, che non sarebbe mai stato un giocatore determinante. Critiche tante, e qualche soddisfazione. La ricostruzione con Prandelli, la Champions, la Uefa, i successi. E nel gennaio 2010, dopo le cessioni di Dainelli e Jorgensen, anche la fascia di capitano. Il ragazzo era cresciuto ormai, ma il pasticcio sul suo contratto (c’era ancora Corvino…) ha complicato i rapporti con la società e con la città. Fino all’addio nell’estate 2012, dopo che il club gli aveva tolto la fascia di capitano per darla a Gamberini. Così Montolivo ha portato il suo talento altrove. Al Milan, doste ve era destinato fin dall’inizio. Nell’anno peggiore, però. Eppure, malgrado le difficoltà, Riccardo è uno dei più brillanti nel traballante gruppo di Allegri. Lì in mezzo c’è lui a tenere in piedi la baracca rossonera. La sua piccola rivincita, anche se rivincite non ne ha mai  cercate.

 

E lo stesso destino ce l’ha sulle spalle Aquilani, oltre al numero dieci che da queste parti significa moltissimo (l’anno scorso al Milan aveva il 18, ora di Montolivo). Lui è l’ultimo salto di qualità di una squadra che finora ha sorpreso tutti. Si è visto in quei pochi minuti in cui ha giocato, si sa perché il calcio è anche istinto e il suo è il calcio del predestinato. Già, anche lui. Come Montolivo. Ma predestinato per cosa? Chi lo sa. Di certo Milan e Fiorentina si aspettano tanto da loro due. Si sono scambiati il centrocampo, hanno compensato gli addii (Montolivo per rimpiazzare, anche se in ritardo, Pirlo e Aquilani per rimpiazzare Monto-livo), hanno scelto strade nuove per rimettersi in gioco. Hanno anche lo stesso obiettivo, un posto in Europa, e la sfida di domenica e anche una sfida tra loro due. Tra quello che era la Fiorentina (e adesso è il Milan) e quello che è. Tra passato e presente. Tra un progetto che si è chiuso e uno che si è appena aperto. Ragazzi fuori, talenti dentro. Il calcio è fatto anche di storie così. Di destini che si sfiorano e poi si incrociano. Anche solo per novanta minuti.

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