LA GAZZETTA DELLO SPORT – “Dopo il k.o. con l’Inter potevamo subire un contraccolpo psicologico, ma non è successo. Era ora che segnassi anche in Champions: la palla entra meno dell’anno scorso”…
RASSEGNA STAMPA – (G.B. Olivero) – Un gol che vale un bacio: per risvegliare la Vecchia Signora e trasformarla nuovamente nella vera Juve. Il Principino ci ha messo sei minuti per scacciare l’incubo in cui la squadra era piombata sabato sera. Marchisio aspettava da tempo il primo gol nelle coppe. Quella contro il Nordsjaelland era la sua 27a partita europea e dopo sei minuti Claudio aveva già spezzato il tabù personale e quello della Juve, che nelle ultime nove sfide internazionali aveva sempre pareggiato. Il Principino avrebbe potuto fare una doppietta o addirittura una tripletta ma Hansen è stato bravissimo a deviare un paio di conclusioni: “È un periodo un po’ sfortunato — sorride Claudio —: la palla entra meno dell’anno scorso. Però sono contento che sia arrivato il primo gol in Europa: era l’ora. La prestazione della squadra è stata buona per gioco e per mentalità: abbiamo aggredito il Nordsjaelland fin dal primo minuto. Era fondamentale vincere. Dopo la sconfitta con l’Inter si è parlato tanto, ma qualcuno si è dimenticato che era più di un anno che non perdevamo. Potevamo subire un contraccolpo psicologico, ma non è successo”. La vittoria del Chelsea sullo Shakhtar non è una buona notizia per la Juve: “Il 2-2 sarebbe stato meglio, ma per noi cambia poco: avremmo giocato comunque per vincere contro i campioni d’Europa. E siamo sempre padroni del nostro destino: la qualificazione è ancora a portata di mano e non voglio fare calcoli sul risultato che potrebbe servirci a Donetsk in base a quello che otterremo col Chelsea. Giochiamo e poi si vede”. C’è il futuro, c’è il presente (“Concentriamoci sul Pescara perché non possiamo permetterci passi falsi”) e c’è anche il passato recentissimo: “La sconfitta con l’Inter ci ha dato fastidio anche perché ha interrotto la nostra striscia di risultati utili consecutivi quando ormai cominciavamo a credere alla possibilità di fare il record. Resta il fatto che abbiamo perso contro una squadra forte che lotterà per lo scudetto. Per la Juve la cosa più importante è aver dimostrato che ci siamo lasciati questa sconfitta alle spalle”.