LA GAZZETTA DELLO SPORT – Dopo l’1-0 sprint con Vidal, i bianconeri non sono riusciti a sferrare il k.o. che avrebbe potuto abbattere l’Inter in via definitiva. E il contributo delle altre punte si fa attendere…
RASSEGNA STAMPA – (M. Graziano) – Non può non bruciare. Perché l’Inter è l’Inter per il popolo bianconero, la ‘nemica’ numero uno, la squadra contro la quale non si può perdere. Mai. Ma quello stadio che a fine gara applaude compatto Buffon e compagni è il giusto premio per un gruppo che sotto la gestione Conte sta facendo cose straordinarie e che in campionato si è fermato solo dopo 49 partite senza sconfitte. Niente drammi, anche perché la vetta della classifica è ancora juventina. Ieri più che mai, è esploso il problema che a gennaio andrà assolutamente risolto. Là davanti mancano i gol ‘cattivi’, quelli facili, quelli che chiudono in partenza una partita che nella prima mezzora andava appunto chiusa. Perché dopo l’1-0 di Vidal, l’Inter ha passato un periodo d’inferno, con voragini su voragini che si aprivano dalle parti di un Handanovic fantastico. Dopo il ‘montante’ di Vidal bastava ancora un colpetto per decretare il k.o. tecnico. L’occasione per tagliare le gambe in partenza alla potenziale rivale numero uno del momento. E invece, ancora una volta è emerso come questa Juve faccia fatica a dilagare quando Vucinic non c’è o non è al meglio. Dentro Bendtner a inizio ripresa. Occasione però sprecata, spazzato dai giganti nerazzurri, Samuel su tutti, ma anche Juan Jesus e Ranocchia. E’ però stata in particolare la serata no di Giovinco, ancora poco concreto. Seba ha cuore da vendere, corre e lotta su tutti i palloni, ma finisce spesso per non fare mai due cose consecutive giuste. D’altronde appena tre reti (oltretutto nessuna decisiva) in 14 presenze sono pochine per una seconda punta. Il discorso, comunque, va allargato all’ intero reparto, perché Vucinic e Quagliarella sono a quota quattro, Bendtner è al palo, Matri l’ha buttata dentro solo una volta. I 12 gol prodotti dagli attaccanti di Conte sono poca cosa rispetto all’apporto della ‘linea a cinque’ di centrocampo: sono infatti 17 le reti di Vidal e compagni. Il gruppo è solido, l’organizzazione di primissimo livello, il gioco a tratti spumeggiante, ma ora Conte va aiutato con sei mesi di anticipo rispetto ai programmi. A maggior ragione se la Juventus riuscirà a passare il turno in Champions League. E allora, a gennaio, sotto con Llorente e occhi aperti sul fronte Roma, dove uno fra Osvaldo e Destro potrebbe essere di troppo nei piani di Zeman.