LA GAZZETTA DELLO SPORT- El Shaarawy: «Torneremo a vincere e usciremo dalla crisi Siamo tutti con Allegri, nella mia gestione è stato perfetto»
In questo caso Stephan El Shaarawy non sta giocando a scacchi con la morte, ma contro tutti i fantasmi che agitano il sonno rossonero. E allora col Genoa occorre il settimo gol stagionale che, nell’ordine, potrebbe produrre: 1) la vittoria del Milan, indispensabile per cominciare a risalire la classifica; 2) la conferma di Allegri, operazione già riuscita un paio di volte a Stephan quest’anno; 3) un sabato sera da perfetto irriconoscente contro il «suo» Genoa, il club che l’ha consegnato al grande calcio; 4) le vacanze invernali pagate da Ambrosini, che glielo aveva promesso nel caso in cui il Faraone avesse raggiunto quota sette entro Natale. Ma soprattutto, se domani Stephan la butterà dentro, lo farà nel giorno del suo ventesimo compleanno.
Auguri «in rosa» Una data importante, che El Shaarawy ha scelto di iniziare a festeggiare in Gazzetta, uscendo per un paio d’ore dalla clausura del ritiro di Milanello.
El Shaarawy, Allegri è evidentemente nelle vostre mani.
«Siamo con lui dal primo all’ultimo della rosa. Lo siamo dall’inizio e lo saremo ancora. Questo è tutto ciò che conta, il resto sono chiacchiere».
Detta così, sembrerebbe un clima idilliaco…
«So che è difficile da credere, ma vi assicuro che all’interno dello spogliatoio l’atmosfera è molto serena. L’allenatore è fiducioso, la squadra pure e sappiamo che lo è anche il club. Ne usciremo. Siamo consapevoli di essere un grande gruppo e non certo da terz’ultimo posto».
L’allenatore si sta comportando in maniera diversa in questo periodo?
«Ora più che mai sta cercando di trasmetterci la carica giusta. Si ferma spesso a parlarci di motivazioni e di stimoli».
Lei è particolarmente riconoscente nei confronti di Allegri.
«Mi ha sempre dato fiducia, anche dopo le prime partite al di sotto delle attese. In questo anno e mezzo è stato perfetto nella mia gestione. Ha saputo dosarmi molto bene».
A 20 anni lei è il punto di riferimento del Milan: vertigini?
«Una sensazione magnifica, ma compagni e famiglia mi fanno tenere i piedi per terra. E comunque i numeri personali mi interessano relativamente. Quando segnano gli altri sono contento, a me piace lavorare per la squadra».
I gol che ha fatto quest’anno non sono esattamente sinonimo di scarsa lucidità. Qual è il più bello?
«Quello di San Pietroburgo. C’è tutto: dribbling, scatto e precisione. La progressione palla al piede è il mio pregio migliore. Come quella di Kakà, il mio idolo assoluto».
Lei ha appena rinnovato, come faceva il brasiliano ogni anno: vuole fare come lui?
«Lo prendo come un augurio. Il mio scopo è migliorarmi e indurre il Milan in tentazione…».
Sistema di gioco preferito? Li state provando tutti…
«Voto il modulo a tre punte, dove posso partire largo. L’importante è stare a sinistra».
Pensa di dare continuità alle chiamate di Prandelli?
«Il mio obiettivo è il Mondiale, ma prima c’è un Europeo under 21 cui tengo molto. Sono molto grato a Prandelli, che mi ha buttato dentro in un momento delicato. Balotelli? Con lui ottimo impatto, possiamo fare una bella coppia».
E gli obiettivi rossoneri?
«Personalmente giocare il più possibile, arrivare in doppia cifra in campionato e a 15 gol stagionali. A livello di squadra inutile darsi obiettivi ora: bisogna solo cercare di tornare a vincere, gara per gara. Faccio un appello ai tifosi: col Genoa vorrei che venissero in tanti a incitarci».
Qual è il problema maggiore di questa squadra?
«Dobbiamo migliorare nella costruzione del gioco, in fase realizzativa e nell’attenzione difensiva. Atteggiamento e spirito invece sono quelli giusti: ci mettiamo sempre l’anima».
Anche Boateng?
«E’ un amico e vi dico che non si è montato la testa. E’ un grande giocatore, sapete tutti ciò che può dare. Lui e Nocerino stanno soffrendo la mancanza di spazi in campo rispetto al passato, ma dovranno superare il problema. Se sono al Milan è perché entrambi hanno qualità».