L’ala della Virtus Roma Gigi Datome rinnova il contratto con la squadra che lo ha lanciato e promette di guidare la squadra quest’anno
Dal 2008, anno in cui arrivò nella capitale, Gigi DATOME è il simbolo della Virtus Roma. L’ala del club capitolino spiega la scelta che l’ha spinto a restare nella capitale.
SCELTA DIFFICILE, MA AMO TROPPO QUESTA CITTA’- «La decisione di rimanere alla Virtus è stata difficile, perchè non sapevo se ci sarebbe stata la squadra a Roma. Mi sarebbe dispiaciuto tantissimo se fosse scomparsa. Avevo tante richieste da altre squadre ma ho deciso di rimanere perchè mi sento molto legato a questa maglia e questa città. Il presidente Toti mi ha preso da Siena quando non c’erano tante squadre che mi volevano, lui è stato uno dei pochi che ha insistito per prendermi. Ero e sono convinto che si possa fare una stagione importante: magari non vuol dire vincere il campionato ma riavvicinare il pubblico al palazzetto, questo è uno degli obiettivi che mi pongo».
SULLA STRATEGIA SOCIETARIA- Il mercato estivo ha plasmato una Virtus profondamente rinnovata. «Quest’anno rispetto agli altri si e sposata più la strategia di giocatori da far conoscere. Tanti giocatori vengono da Europa e America, ma sono rookie al primo anno, chi in Europa e chi in Italia. L’anima italiana è fatta da me, da Tonolli e da D’Ercole. Questa società può essere un modello perchè in un basket in crisi, con poche risorse a disposizione, la Virtus ha sposato più idee concrete. Speriamo che i risultati ci diano ragione. La squadra è stata costruita con un budget tra i più bassi della Serie A, ed è normale che anche gli obiettivi siano proporzionati: si parte per garantire a Roma un altro anno di Serie in tempi in cui sono scomparse Treviso e Teramo. In campionato abbiamo iniziato bene, abbiamo vinto due partite con squadre del nostro livello e abbiamo perso con squadre più forti ma ce la siamo giocata fino alla fine e stiamo facendo il nostro».
SUL’ULTIMO MATCH CONTRO MILANO- La Virtus è reduce dalla sconfitta subita sul campo dell’Olimpia Milano, uno dei top team della Serie A- «A Milano abbiamo fatto una brutta partita per gran parte dei 40 minuti. Eppure, non giocando per larghi tratti la nostra pallacanestro siamo riusciti a rimanere in contatto e giocarcela fino alla fine. Questo ci deve far capire che migliorando possiamo fare qualcosa di più. Perdere dà sempre dispiacere ma il campionato è lungo: dobbiamo dimenticarci che siamo Roma, la capitale, lo siamo perchè rappresentiamo una città bellissima, ma siamo una piccola come valore di squadra e questo dobbiamo ricordarcelo quando perdiamo a Milano».
EQUILIBRIO- Il campionato, rispetto agli ultimi anni, si presenta più equilibrato. «Ci sono delle piccole realtà che hanno lavorato molto bene con giocatori nuovi e ci sono ottimi gruppi che possono mettere in difficoltà squadra più rinomate. Ad esempio Milano ha ottimi giocatori ma come gioco sta faticando. Cantù è messa meglio perchè viene da anni da questo sistema collaudato, Siena è una squadra nuova e la finale non è scritta e il campionato sarà molto aperto».