VOLLEY. Morte BOVOLENTA, LUBE: “Non c’è obbligo defibrillatore”

La società e il comune di Macerata respingono le accuse sulla mancanza di un defibrillatore in occasione della morte di Bovolenta…

Dopo che il consulente medico legale della famiglia di Vigor Bovolenta, Alessandro Mattioli, ha annunciato che i familiari del campione della Volley Forlì, morto dopo un malore nel palasport di Macerata il 24 marzo scorso, potrebbero intentare un’azione legale per l’assenza di un defibrillatore in campo, la Lube Volley e il Comune di Macerata respingono ogni addebito. La presenza del defibrillatore in campo non era obbligatoria, afferma il vice presidente della Lube Albino Massaccesi: «Nel palasport di Fontescodella non c’erano nè il defibrillatore nè un’ambulanza al seguito perchè non esiste alcun obbligo di legge». Sulla stessa falsariga l’assessore allo Sport del Comune di Macerata Alferio Canesin: «La presenza del defibrillatore non era obbligatoria all’epoca, e in pratica non lo è nemmeno adesso!»  L’avv. Alessia Diorio, legale della famiglia Bovolenta, conferma la volontà di approfondire il nodo dei soccorsi: «Se il defibrillatore fosse stato disponibile subito, Vigor si sarebbe potuto salvare? È naturale che la moglie, Federica Lisi, con quattro figli ed un quinto in arrivo, si ponga delle domande. Notoriamente, per essere efficace l’apparecchio va usato entro pochissimi minuti». Bovolenta fu soccorso dall’equipe di un’ambulanza del 118, dotata di defibrillatore, nell’arco di 4 minuti

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