Il Presidente della Wada si espone sul caso Armstrong
(getty images)
«Erano tutti dopati nell’era Armstrong». Questa è la dura considerazione del presidente dell’agenzia antidoping mondiale (Wada), John Fahey alla radio australiana ABC. «La prova è stata data da quei corridori, compagni di squadra di Lance Armstrong, che uno dopo l’altro hanno detto la stessa cosa – che non si poteva competere senza fare uso di doping”. Le parole del numero uno della Wada arrivano l’indomani della ratifica dell’Uci delle sanzioni dell’Usada con Lance Armstrong, radiato a vita e privato dei suoi sette titoli al Tour del France. «Non è una questione di dire semplicemente sono andati fuori dalle regole e andare avanti», ha detto Fahey a Fox Sports. «Hanno chiaramente avuto i paraocchi, bisogna guardare al passato, esaminare l’operato delle persone che erano lì e porsi delle domande: ‘quelle stesse persone sono ancora in questo sport e si può continuare ad avanti con questa gente?’, si chiede Fahey. »Io non credo che ci sia alcuna credibilità se non si fa e penso che ci sia bisogno di ottenere la fiducia di nuovo in questo sport in modo che i suoi milioni di tifosi in tutto il mondo possano sostenere lo sport in futuro. «C’è stato un periodo in cui la cultura del ciclismo era che tutti si dopavano, su questo non c’è dubbio». «Non vedo l’ora di vedere cosa si propongono di fare per il futuro, per garantire che quello che abbiamo visto con il caso Armstrong non accada di nuovo».