CORRIERE DELLO SPORT (A. Giordano) – La sconfitta con la Juve apre a qualche dubbio…
CORRIERE DELLO SPORT (A. Giordano) – E poi le domande sorgono spontanee: e tra le pieghe d’una serata agrodolce, nel contesto d’una prima onorevole sconfitta contro i campioni d’Italia, imbattuti in campionato ed in Champions, i quiz cercano risposte anche in Mazzarri. Juventus 2, Napoli 0: si potrebbe buttarla in archivio così, ricordando che sì, la differenza l’hanno fatta i dettagli; ma gli allenatori sono esaminatori inflessibili del rendimento delle proprie squadre, sanno andare a scovare negli angoli più sperduti del campo le eventuali ombre tecniche e tattiche; e poi rimettono in discussione, lavorano, aggiustano, intervengono. L’anti-Juventus (sulla carta) resta il Napoli, con la sua capacità di ammaliare, con la prepotenza dei suoi tenori, con la solidità d’una difesa piegatasi per la prima volta fuori casa: ma quei due minuti che hanno rimodellato il destino d’una sfida e l’umore d’un post-partita, spingono pure ad interrogarsi sullo sviluppo di quell’ora e mezza un po’ insolita, affrontata con il piglio autorevole di chi sa cosa ottenere, di chi ha liberamente scelto in maniera (quasi) innaturale rispetto alla propria vocazione e alle abitudini del triennio, di chi comunque può lucidamente rivedersi allo specchio o perlomeno interrogarsi su piccole e però illuminanti considerazioni. Sei vittorie e un pareggio rappresentano un’investitura (ufficiale) al ruolo di protagonista e costituiscono una consistente dose d’energizzante che va ad aggiungersi a ciò ch’è stato nel triennio precedente: Juventus-Napoli non sposta i giudizi complessivi, ma offre l’opportunità di leggere in quei dettagli (tra tattica e gerarchie) e di provare a risolverli.