IL MESSAGGERO (R. Avantaggiato) – Quasi quattro milioni di risarcimento, da versare nelle casse della Federcalcio…
IL MESSAGGERO (R. Avantaggiato) – Quasi quattro milioni di risarcimento, da versare nelle casse della Federcalcio. La cifra esatta, stabilita dalla Corte dei Conti, che dovranno pagheranno gli arbitri coinvolti nello scandalo di Calciopoli di 2006 è di 3,970 milioni di euro. Ed è la sentenza che interessa quattordici persone, tra dirigenti arbitrali, arbitri e assistenti arbitrali, tutti chiamati a rispondere per «danno di immagine procurato alla Federcalcio». Un carico da undici che si aggiunge al peso della condanna subita (non da tutti) sia sul piano penale che su quello sportivo. Ma è comunque un carico notevolmente inferiore a quanto la Figc aveva chiesto, nel procedimento avviato dalla Corte dei Conti.
Tra i condannati a risarcire la Figc c’è anche il suo ex vice presidente, Innocenzo Mazzini, che il Tribunale di Napoli, in prima istanza, ha condannato a 2 anni e 2 mesi. Sul piano sportivo, invece, l’ex numero due di via Allegri è stato squalificato per cinque anni con proposta di radiazione, ossia il massimo previsto dalla giurisdizione sportiva. La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Lazio, ha disposto che Mazzini risarcisca la sua ex federazione con 700 mila euro.
Quella chiesta al dirigente toscano non è la cifra più alta per il risarcimento disposto dalla Corte dei Conti. Paolo Bergamo, che si dimise dall’Aia prima che lo scandalo scoppiasse e per questo non è stato giudicato dalla Commissione Disciplinare della Figc (ma è stato condannato dal Tribunale di Napoli a 3 anni e 8 mesi), dovrà infatti versare un milione di euro. Vale la pena ricordare che come designatore, lui e Pairetto (condannato a sua volta a risarcire 800 mila euro) sono rimasti in carica per sette anni: entrambi guadagnavano 500 mila euro a stagione.
Mezzo milione di euro lo dovrà versare Tullio Lanese, ex presidente dell’Aia, condannato dalla giustizia ordinaria a 2 anni, mentre sul piano sportivo, la sua squalifica è stata poi ridotta ad un solo anno. La stessa cifra dovrà versarla anche Massimo De Santis, ex arbitro internazionale che fu escluso in extremis dal mondiale del 2006. Tra i condannati dalla Corte dei Conti, figura anche un arbitro assolto dalla giustizia sportiva e mai squalificato da quella sportiva, e un assistente mai processato: si tratta di Marco Gabriele, a cui è stato imposto un risarcimento di 50 mila euro. Per Fabrizio Babini, invece, la cifra di risarcimento è di 10 mila euro. La stessa cifra chiesta a Gabriele, la dovranno pagare altri due arbitri: Paolo Bertini e Salvatore Dattilo, entrambi condannati nel novembre del 2011 dal Tribunale di Napoli a 1 anno e 5 mesi. Per altri due ex direttori di gara, Tiziano Pieri e Salvatore Racalbuto, il risarcimento è tre volte superiore, arrivando a 150 mila euro. Cifre minori, tra i 10 e i 20 mila euro, dovranno essere versate da altri due assistenti (Titomanlio e Puglisi) e dal loro ex designatore, Gennaro Mazzei. È rimasto completamente fuori dal procedimento, invece, l’ex arbitro Paparesta, mentre sono stati assolti i due impiegati: Maria Grazia Fazi e Marcello Ambrosino. Tutti i condannati, ora potranno presentare ricorso alle Corti riunite. Dopo di che si capirà se in futuro altri soggetti coinvolti in scandali del calcio saranno chiamati a dover risarcire i danni d’immagine.