GAZZETTA DELLO SPORT (A. Elefante) – Il c.t. contento: “Abbiamo avuto il coraggio di attaccare alti, pur rischiando qualcosa. Sul loro gol, il gioco andava fermato”…
GAZZETTA DELLO SPORT (A. Elefante) – Questo film Cesare Prandelli l’aveva già visto e giovedì aveva provato anche a spiegare a grandi linee la trama. Raccontava di un’Armenia impossibile da sottovalutare, se non da chi non l’aveva mai vista. Di accelerazioni improvvise che potevano sparigliare i necessari equilibri azzurri. Del ritmo come parola chiave della serata. Trailer perfetti tranne uno, perché poi ieri mattina il c.t. aveva azzardato un “sono sicurissimo che già contro l’Armenia si rivedrà l’Italia dell’Europeo“, e in realtà quello è stato il film del primo quarto d’ora: poi certe immagini sullo schermo sono apparse improvvisamente più sfuocate e si sono riviste solo più tardi, soprattutto verso la fine della proiezione. Per Prandelli è abbastanza così: “Lo ribadisco: questo girone è impegnativo, difficile, e se lo capiscono tutti è un aiuto anche per noi“. Anzi, è più che abbastanza: “Ho visto una grande partita di una squadra con grande personalità, che non ha sofferto più di tanto dietro e ha avuto un buon predominio: dal punto di vista del gioco sono contento. Non voglio parlare di svolta, ma avevamo bisogno di una prestazione così”. E così se l’erano cercata: “Non siamo una squadra passiva: se restiamo lì non siamo noi, dobbiamo avere il coraggio di attaccare alti. La squadra l’ha avuto: siamo partiti bene, con grande ritmo, anche se giocando a oltre mille metri di altitudine è all’inizio che si dovrebbe fare un po’ più di fatica. Non solo bene: talmente bene che abbiamo avuto subito quattro palle gol clamorose. Facendo questo tipo di scelta e con questo tipo di testa — voler vincere dal primo all’ultimo minuto — bisogna accettare anche le possibili conseguenze: si rischia qualcosa. E se imposti una partita per pressare alto come volevano fare noi, se lo fai anche in zone dove probabilmente gli avversari non se l’aspettavano, grazie al lavoro dei nostri quattro centrocampisti, poi ci sta di subire le loro ripartenze. Tanto più se affronti l’Armenia, che in questo è molto, ma molto brava. Attaccavano la profondità anche recuperando palla a 70 metri dalla nostra porta avversaria: è un calcio molto dispendioso non solo per loro, ecco perché è diventato un test difficile pure per noi. Poi, è vero anche che quando due giocatori si scontrano di testa, bisognerebbe fermare il gioco: è inutile star qui a fare tante chiacchiere”. Quelle che in settimana non aveva fatto De Rossi, che ieri ha parlato con un gol e un assist: “I giocatori — dice il c.t. — non devono mai rispondere fuori, ma sempre sul campo“.