Le parole del tecnico biancoceleste che ha toccato tantissimi argomenti, da Hernanes a Zarate, dal derby a Candreva…
PETKOVIC A LAZIO STYLE RADIO – Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, mister Vladimir Petkovic ha rilasciato una lunghissima intervista nella quale ha parlato di moltissimi argomenti: dal derby al possibile cambio di modulo, da Hernanes a Zarate e tanto altro ancora. Ecco le sue parole ai microfoni dell’emittente ufficiale del club biancoceleste:
Si riparte dopo la vittoria di Pescara.
“Abbiamo ripreso gli allenamenti e da domani faremo sul serio. Senza otto nazionali? Per fortuna ne abbiamo tanti, certo non è facile lavorare in questo periodo ma dobbiamo ricostruire l’ambiente, far riposare certi giocatori e far lavorare chi ha giocato di meno”.
Candreva in Nazionale?
“Ha meritato con la qualità di lavoro in entrambe le fasi di gioco. Adesso tocca a lui confermarmi su questi livelli e quando torna dovrà migliorare e proseguire questa strada”.
Oggi tanti complimenti…
“Fa piacere ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Questo è quello che voglio, ci siamo comportati bene ma siamo consapevoli di non essere al 100%”.
Oggi Buffon ha detto che parla italiano meglio di alcuni tecnici italiani.
“Il calcio è una lingua unica, ci si capisce con le parole ma anche facendo vedere le cose. I complimenti sono meritati ma il difficile è confermarli”.
Punta alla Champions?
“Viviamo alla giornata. Cerchiamo di vincere e se possibile di convincere”.
Acquisti a gennaio?
“Fino a gennaio manca ancora tanto. Può succedere tanto, anche chi non ha giocato finora può dimostrare di valere di più”.
La cosa che si evince da questi primi mesi è che la Lazio cerca sempre di giocare.
“Cerchiamo di avere sempre il pallino del gioco in mano. Non è sempre facile ma fino ad adesso i giocatori si stanno applicando bene e in queste prime partite abbiamo fatto abbastanza bene”.
Zarate?
“Anche Zarate deve meritare. Sono sicuro che dopo questa sosta, chi torna vorrà dare tutto per confermare il proprio posto o rubare quello degli altri”.
Quale è stata la scintilla?
“Nel precampionato abbiamo lavorato benissimo. La squadra era pronta a sacrificarsi. I risultati sono arrivati per tante cose, ma il momento cruciale è stata l’ultima partita precampionato contro il Malmoe e la prima vittoria in una partita ufficiale quando abbiamo iniziato a credere in ciò che avevamo fatto negli ultimi mesi”.
In conferenza era stato duro per mandare un messaggio?
“Un allenatore cerca di dare dei segnali alla squadra in tante maniere. Dopo la sconfitta con il Getafe dovevamo assolutamente cambiare. Non era possibile giocare in quella maniera, hanno capito il messaggio e la squadra è cresciuta”.
La classifica rispecchia il valore della Lazio?
“Mancano sei punti per le due sconfitte. Soprattutto con il Genoa è stato un peccato perdere. Non dobbiamo guardare troppo indietro, dobbiamo pensare al domani perché dobbiamo fare ancora meglio”.
Adesso il calendario si fa duro.
“Noi arriviamo con la consapevolezza di potercela giocare contro qualunque avversario. Ci preparemo bene per affrontare questo mese di fuoco”.
Il 3-4-3 è una possibilità?
“Adesso stiamo bene con questa disposizione tattica. Nella pausa proveremo delle alternative che in futuro potranno essere anche prime opzioni”.
Mister è riuscito subito ad entrare nel cuore dei laziali. E’ contento?
“Non ci ho provato. Io ho solo cercato di dare tutto e convincere chi era intorno a me di fare altrettanto. Siamo sulla buona strada”.
Non ha paura di lasciarsi schiacciare dalla pressione del campionato italiano?
“Ho abbastanza esperienza per sopportare tutto quanto. Quando arriveranno momenti un po’ particolari, come quelli di inizio campionato, si deve credere nel lavoro e continuare a lavorare”.
Come è stato il passaggio dalla Svizzera a Roma?
“In Svizzera come a Roma si lavora con la gente. Cambiano un po’ le coordinate e le dinamiche del lavoro ma ci si deve adattare e preparare nuove cose. Roma la conoscevo già, ho sempre detto che è una delle città più belle del mondo. I laziali mi hanno sorpreso con questo loro modo di sostenere la squadra. Spero di dargli maggiori soddisfazioni”.
Quale è la sua mentalità?
“La mia mentalità è di lavorare, mantenermi sereno e ricordarmi che il calcio è un gioco”.
Si può paragonare a una Lazio del passato o è la Lazio di Petkovic?
“Abbiamo fatto troppe poche partite per parlare di una Lazio di Petkovic. Si deve crescere e solo con i risultati finali si potrà dire qualcosa di più”.
I tifosi le chiedono di vincere entrambi i derby…
“Ci proveremo (ride, ndr)”
La nuova posizione di Hernanes?
“Sapevo che tipo di giocatore fosse e e in che posizioni poteva giocare. Avete visto che l’ho provato in diversi ruoli in preparazione e questa posizione mi è sembrata la più adeguata per fargli rendere di più. Cerco di dare a ogni giocatore il ruolo migliore. Lui ha lavorato benissimo, si è sacrificato ed ha ottenuto dei buoni risultati”.
Chi l’ha sorpresa di più?
“Nessuno perché non conoscevo nessuno. Un conto è vedere da fuori, un conto è lavorare ogni giorno con i ragazzi”.
Quando ci sarà il momento di Tommaso Rocchi?
“Ho tanti attaccanti, in un certo periodo ho dato delle possibilità a degli attaccanti. Chi sfrutta le occasioni rimane più vicino ai titolari”.
Candreva ricorda Nedved?
“Il paragone ci può stare anche se sono due giocatori diversi. Penso che gli possa fare solo piacere. Penso che potrebbe giocare anche in altri ruoli ma con gli stessi principi”.
La Lazio ha un gioco divertente.
“I giocatori hanno imparato a divertirsi. Prima mancava questa gioia di fare calcio. Arrivano i risultati e anche i tifosi restano coinvolti dallo spettacolo”.
Dopo la sosta c’è il Milan.
“Il Milan è una squadra abituata a vincere e a reagire. E’ sempre successo che dopo delle sconfitte abbiano reagito, ma noi siamo abbastanza bravi, giochiamo in casa e dobbiamo dimostrarlo sul campo”.