CALCIOSCOMMESSE. Il Tnas: per CONTE è sconto da 10 a 4 mesi. Il 9 dicembre in panchina

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Tornerà a Palermo, ma è molto deluso: puntava all’assoluzione. Lodo emesso dopo lunga discussione: si è rischiato lo stallo…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (F. Ceniti – M. Galdi) – Quattro mesi, 120 giorni di squalifica. Conte tornerà in panchina il 9 dicembre a Palermo. Ieri la sentenza si è fatta aspettare a lungo. Il punto d’incontro, tra la Juventus e la Federcalcio a questo punto forse c’era davvero, ma il riserbo era stato strettissimo: neanche i legali della federazione (gli avvocati Medugno e Mazzarelli) ne erano al corrente tanto che si erano preparati a ribattere colpo su colpo alle richiesta degli avvocati di Conte (Bongiorno, De Rensis e Chiappero). Ma gli arbitri avevano bene in mente quale piega avrebbe preso la discussione. Probabilmente il presidente Zaccheo è stato l’ultimo a cedere. Calvi (arbitro nominato da Conte) e De Giovanni (per la Figc) erano d’accordo: quattro mesi, ma Zaccheo riteneva la squalifica ancora non ‘congrua’. Ed ecco che il lodo, atteso in mattinata, è arrivato solo alle 16. Zaccheo ha fatto resistenza fino alla fine: voleva arrivare ai 145 giorni, ma c’era da affrontare un percorso minato. Zaccheo ha anche provato una strada diversa: riaprire il dibattito, accettando le ‘richieste istruttorie’ degli avvocati di Conte (su tutte le audizione di Stellini e di Mastronunzio), ma a quel punto consentendo i controesami dei testi anche alla Federcalcio, ammettendo in primis l’ingresso in aula di Carrobbio come ‘accusatore’. Insomma, i tempi del lodo si sarebbero allungati a dismisura. E sarebbe rientrata dalla porta principale una delle richieste avanzate dei legali di Conte: concedergli la sospensione cautelare della sentenza. In altre parole, Conte avrebbe potuto ritornare in panchina già domani a Siena nell’attesa che il procedimento concludesse il suo iter. Un vero e proprio stallo. Ecco perché alla fine si è ritornati al punto di partenza: squalifica ridotta a quattro mesi per l’omessa denuncia riferita ad AlbinoLeffe-Siena. Diverse le opinioni e le reazioni alla sentenza una volta resa pubblica. “Dobbiamo attendere le motivazioni: è chiaro che per ora posso esprimere solo moderata soddisfazione perché è stata ribadita la responsabilità di Conte e avallata l’ipotesi iniziale. La riduzione è una misura che spetta al collegio arbitrale e alla loro sensibilità: per ora non ho elementi per commentarla”, sono state le parole dell’avvocato Medugno, legale della Federcalcio, ai microfoni di radio e televisioni. Nessuna apparizione pubblica, per i legali di Conte che hanno affidato ufficialmente a un comunicato la loro amarezza: “Sappiamo di aver difeso un uomo innocente e di non essere riusciti a far proclamare la sua estraneità ai fatti contestati: non c’è quindi in noi alcuna soddisfazione”. Resta il silenzio assordante del protagonista principale di questa storia: Conte. Una scelta meditata e piena di significati. Il tecnico ha sperato fino all’ultimo nell’assoluzione. Ha rifiutato qualsiasi compromesso. “L’innocenza non si patteggia”, ha ripetuto in queste settimane agli amici. Ieri ha saputo la data del suo ritorno in panchina, ma l’umore è rimasto nero. “Un’ingiustizia, mi contestano una omessa denuncia: ma come si fa a denunciare qualcosa che non sai?” ha ripetuto al telefono agli avvocati che gli hanno comunicato l’esito del ricorso. Aveva già deciso da giorni che avrebbe commentato solo il proscioglimento. E ora resterà in silenzio fino al 9 dicembre.

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