LA GAZZETTA DELLO SPORT – Boggi sfida Nicchi al vertice dell’Aia e rivela: “Denuncia in Figc, ora l’inchiesta”…
RASSEGNA STAMPA – (F. Ceniti) – “Minacce e intimidazioni telefoniche da parte del presidente Marcello Nicchi“. E’ la pesante accusa portata alla Figc da due dirigenti nazionali e uno periferico dell’Aia: potrebbe avere un effetto dirompente sulle elezioni previste a Roma il 10 novembre, quando i delegati dovranno eleggere il numero uno dell’organizzazione che permette lo svolgimento di tutti i campionati. Il presidente in carica è Nicchi. Ieri Boggi ha annunciato la sua candidatura, ma la conferenza stampa ha avuto il classico colpo di scena. E’ stato proprio l’ex arbitro di Salerno a rendere nota la vicenda, spiegando “di attendersi l’immediata apertura di un inchiesta federale e chiedendo alla Federcalcio di valutare se esistano le condizioni per la prosecuzione di un regolare processo elettorale”. Non solo, Boggi e Apricena hanno rincarato la dose, parlando di una Aia ridotta a “un regime democratico, dove le opposizioni non hanno diritto di esistere. L’unica voce riconosciuta è quella del padrone. Chi non la pensa come il presidente è emarginato e cancellato. E’ un rischio grave per l’Aia. Noi vogliamo cambiare registro: un’associazione di tutti e per tutti”. Nell’attesa che la Procura federale valuti il fascicolo, c’è da registrare la risposta secca di Nicchi: “Non ho mai minacciato nessuno, a questo punto sono io che auspico l’apertura dell’inchiesta federale per dimostrare l’infondatezza delle accuse. Chi parla di minacce e intimidazioni se ne dovrà assumere le responsabilità: senza prove siamo alla diffamazione. Parlare con i dirigenti è normale per un presidente in carica. Così come avere confronti e discussioni, ma le minacce sono ben altra cosa. Il lavoro fatto in questi anni è il mio migliore biglietto da visita”. Nella conferenza Boggi ha evitato di entrare nei dettagli sulle accuse, ma tutto ruota intorno al meccanismo che consente a un candidato di poter correre alla poltrona di presidente. Ci vogliono 60 deleghe a sostegno della lista. Senza la candidatura decade. Secondo i tre dirigenti le minacce di Nicchi sarebbero arrivate dopo il rifiuto di sostenere la sua rielezione. L’apertura dell’inchiesta dovrebbe appurare queste accuse, magari con audizioni mirate. Se si andasse in questa direzione, non è da escludere un rinvio delle elezioni almeno fino alla conclusione delle indagini.