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JUVENTUS – ROMA. Il solito Moggi provoca Zeman

IL ROMANISTA (D.Giannini) – «Fa il furbo, spero che la Juve gli dia una lezione», dice l’ex dg della Juve. Intanto in Germania intervistano il mister…

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IL ROMANISTA (D.Giannini) – Alla vigilia di Juve-Roma, ecco che puntualmente rispunta Luciano Moggi. L’ex dg bianconero torna a parlare e, soprattutto, ad attaccare il suo ‘eterno’ nemico Zeman. «Speriamo finisca 6-0 a favore dellaJuve così imparano a fare i furbi – ha detto a tuttojuve.com-. Roma c’è qualcuno che fa il furbo  e si chiama Zeman. Pure con Ciro Ferrara ha tentato di mettere in piedi il solito giochino. Mi auguro che la Juve in campo gli dia una bella lezione di calcio». Aspettando la replica del tecnico boemo, nel frattempo, la rivista sportiva tedesca ‘Kicker‘ pubblica un’intervista esclusiva dell’uomo di Praga. Zeman spiega quale sia la sua visione dell’universo calcistico: «Come si vive a zemanlandia, il paradiso del gioco d’attacco?». Il tecnico giallorosso ha risposto con la solita eleganza e ironia: «Tutto dipende dalla filosofia  che uno abbraccia. Le mie squadre si trovano abbastanza bene. Ogni giocatore ama molto più costruire che distruggere. Secondo la mia opinione  non esiste uno schema più idoneo del 4-3-3 per coprire tutto il campo. Questo è il motivo per cui cerco sempre giocatori utili a questo schema di gioco, piuttosto che il contrario. Se mi sento soddisfatto  quando la mia squadra viene applaudita nonostante  una sconfitta? Assolutamente sì, questo per me è un importante riconoscimento per la prestazione  della squadra. Il risultato di una partita potrebbe essere  anche casuale, la prestazione no. Per me il risultato non è necessariamente l’indicatore di un buon lavoro svolto. La maggior parte dei miei colleghi fa dipendere quasi tutto dal risultato, poiché  un punto in più potrebbe evitare l’esonero. La concentrazione su ciò che è essenziale ne risente moltissimo. Un tempo l’allenatore aveva maggior prestigio all’interno delle società. Il calcio è considerato principalmente business e politica e meno come  sport. Il business funziona con regole differenti. Il calcio si basa oggigiorno su di una mentalità, “usa e  getta” che grava pesantemente su allenatori e giocatori».

Redazione Sportiva