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SERIE A. FIORENTINA da applausi. I bianconeri soffrono ma restano imbattuti

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Traversa di Jovetic, occasione sprecata da Ljajic. E stavolta la capolista non è mai stata pericolosa…

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (L. Garlando) – La vittoria della Fiorentina è aver trasformato i rancori della vigilia in applausi con la bellezza del suo gioco. Più che badare a dove fosse Conte, il popolo si è concentrato orgoglioso su dove fosse la Viola: sempre nella metà campo juventina, a fare la partita. Con un attaccante più solido di Ljajic, Montella avrebbe gioito ancora di più. Ha rifondato da zero una squadra che un campionato fa ne prese 5 dalla Signora. Ora c’è un’identità giovane e solida. La Juve non è più a punteggio a pieno, ma con lo 0-0 di Firenze ha prolungato a 44 gare la sua imbattibilità. Raramente la squadra di Conte ha concesso così tanto possesso e costruito così poco: nessun vero tiro in porta. Chi pensava che Quagliarella avesse guarito d’incanto il cronico malanno offensivo, ieri ci avrà ripensato. Se non si accende Vucinic, è buio. Il turno di riposo non ha restituito il vero Pirlo, che è stato sostituito a metà ripresa come non succedeva da una vita. Al minuto 41′ sarebbe l’ora del raccolto viola, dopo la semina di un ottimo primo tempo. Jovetic, di testa, stampa una punizione sulla traversa; Ljajic, sgattaiolato a destra, tutto solo, strozza il diagonale a lato. E così la Fiorentina beve un té amaro di rimpianti, perché ha tenuto in scatola la Juve, solitamente straripante e ha fatto la partita. Ci è riuscita nel solo modo possibile: nascondendo palla ai bianconeri, con un palleggio pulito e intenso, impedendo ai rivali di prendere ritmo e di fare male in corsa. Succede perché da Cuadrado a Pasqual, passando per i tre interni, non c’è un solo piede ignorante in mediana e anche i difensori sanno partecipare alla costruzione. Questo è il primo merito di Montella. Ci fosse uno specialista del gol, più fisico e cattivo di Ljajic accanto a Jovetic, sarebbe tutto un altro mondo. Juve rintanata. Oltre a resistere, la Juve fa poco: questa è la sorpresa per una squadra disegnata per aggredire e proporre sempre. Il riposo concesso a Marchisio, qui costa caro. Manca il solito ritmo. Male gli esterni (specie Lichtsteiner) che soffrono i dirimpettai più che attaccarli. Con tanta stitichezza creativa, l’esplosivo Quagliarella delle ultime uscite vive d’attesa e di noia prima di lasciare il posto a Vucinic. La sostituzione dello spento Pirlo con il fisico Pogba è un segnale di preoccupazione. L’ingresso del vecchio Toni nel finale è l’urlo di rimpianto di Montella che avrebbe tanto voluto una punta vera in più per vincere una partita del genere, come avrebbe meritato. Alla fine, alla Juve sta perfino bene il pari strappato in terra ostile, preservando la propria imbattibilità. Ma anche la Fiorentina, uscita tra gli applausi, deve godersi il punto.

Redazione Sportiva