LA GAZZETTA DELLO SPORT – “In difesa è la formula giusta, davanti dipende dalla gara”. A Verona subito con Sneijder e Milito, Cassano in corsa…
RASSEGNA STAMPA – (A. Elefante) – Stramaccioni dirotta l’Inter sulla difesa a tre, e lo fa per giocare un giorno con tre giocatori offensivi senza sbilanciare troppo la squadra. Lo fa capire lui stesso, dopo la premessa di rito: “Bisognerà valutare in quali partite ci possiamo permettere tre attaccanti e in quali no, ma ora non diciamo che Sneijder e Cassano non possono giocare insieme: si sarebbe detto se domenica Wes avesse segnato su quell’assist di Antonio?”. Poi Strama spara tre motivazioni una in fila all’altra, e sembrano più di un indizio dell’iniziale rinuncia a Cassano, a Verona: “Giochiamo mercoledì e domenica, quando a San Siro verrà la Fiorentina che è una delle squadre più in forma del campionato; Cassano con il Siena ha giocato 85′; per domenica non so ancora se avrò Palacio“. Palacio sta mancando molto all’Inter, perché è l’unico attaccante ad avere innata la ricerca della profondità e caratteristiche tali da garantire più variabili offensive. Stramaccioni estende il discorso oltre la partita di stasera: “Se alla seconda onda cambiassi rotta della nave, tanto varrebbe scendere. I conti si fanno sempre alla fine: c’è un tempo per seminare e uno per raccogliere e io credo che più semini qualità, più il raccolto è di qualità. Il mio lavoro è tener fede a certe idee, correggendo allo stesso tempo le cose che non vanno. Le nostre partite sono state caratterizzate finora da un trend di discontinuità, ma hanno pure avuto un denominatore comune: abbiamo sempre costruito, perché quella è la nostra indole, ma anche sempre concesso cose troppo facili all’avversaria. Quanti gol quasi uguali abbiamo preso? In due parole: rischiamo quando attacchiamo. E allora io non voglio attaccare meno, ma voglio rischiare meno, trovando più equilibri. Perché non possiamo dare sempre la sensazione che la baracca possa cadere in qualunque momento e far pensare alle avversarie: “Basta aver pazienza, tanto almeno una volta li becchiamo di sicuro messi male”. A Verona voglio un primo segnale, che ci dia la forza per rimuovere il difetto su cui stiamo lavorando. In certi casi non esiste la bacchetta magica ma esistono i progressi: ecco, mi aspetto perlomeno un grande passo avanti a livello di solidità”.