IL CORRIERE DELLO SPORT- Un’intera colonia argentina sfida il Matador uruguagio
E’ Catania-Napoli ed è una Torre di Babele in cui c’è l’estro e la genialità allo stato puro, il senso pieno dell’estetica e la potenza fisica: c’è un campo e dentro l’essenza pura d’uno sport che vive e fa vivere di passioni brucianti, terre in cui – direbbe Soriano – è lecito «pensare con i piedi» . Ci sono portieri e difensori, centrocampisti ed attaccanti, mezze ali e tornanti vecchio stampo, titolarissimi e riservissime, culture teoricamente lontane e praticamente così vicine: ci sono il Catania e il Napoli, filosofie «aziendali» simili […] Il prepartita finisce 11-7 per il Catania, che sul tandem Pulvirenti-Lo Monaco ha costruito uno dei miracoli della provincia calcistica italiana, andando a raschiare il fondo del SudAmerica, attraversando sentieri inesplorati, rischiando, credendoci, resistendo, insistendo: e oggi dalla A di Andujar alla S di Spolli, c’è una squadra che ha saputo reagire alla cessione di Maxi Lopez, che ha dieci argentini ed un uruguyano con i quali inseguire l’ennesimo exploit, la salvezza. Ma progetto è anche altro: è un Centro Sportivo all’avanguardia, la struttura portante per crescere e anche il biglietto da visita da mostrare a chi atterra da laggiù e scopre d’essere piombato in una realtà affascinante. […] Catania-Napoli non prescinde dal risultato, dalla necessità di far punti per dar concretezza alle proprie aspirazioni, d’arrivare dal quart’ultimo posto in su per Maran attraverso il proprio 4-3-3 un po’ impuro, a trazione anteriore (controllata); e di ergersi a protagonista dell’elite nostrana per Mazzarri, ribadendo la convinzione nel proprio credo, la difesa a tre, la scheggia impazzita tra le linee ch’è Hamsik, due punte e sempre e comunque una vocazione offensiva affidata innanzitutto a Pandev e Cavani ma anche sostenuta dagli Dzemaili (centralmente) o da Maggio e Zuniga sugli esterni per tentare di calare il personalissimo poker stagionale.