CALCIO. MILAN, ALLEGRI non può sbagliare

CORRIERE DELLO SPORT (F. Fedele) – Dalle frizioni con Galliani alla rosa impoverita: il tecnico al bivio…

(Getty Images)

Se dovesse uscire indenne dalle 3 settimane di «fuoco» incrociato (campionato e Champions League) Allegri ricorderà questo periodo che verrà inaugurato domani dalla sfida interna contro l’Atalanta come le sue «7 giornate di Milano». Ben altra cosa, s’intende, rispetto a quelle (cinque per l’esattezza) che nel 1848 videro i milanesi opporsi agli invasori austriaci. Ma, comunque, Allegri si gioca gran parte della sua permanenza sulla panchina del Milan, nonostante la «blindatura» (30 giugno 2014) di un ricco contratto (5 milioni di euro netti complessivi) che il Milan farebbe fatica a stracciare in anticipo in tempi di risparmi certosini.

Sette sfide, quindi, dove in palio ci sono due traguardi: il decollo in campionato e l’ipoteca sugli ottavi di finale di Champions League. Quattro incontri a San Siro (Atalanta, Anderlecht, Cagliari e il derby) e altrettanti fuori (Udinese, Parma, Zenit). Ogni benedizione e tutti gli scongiuri sono sempre bene accetti soprattutto per quanto riguarda la situazione degli infortunati. Resta il fatto che, pur consenziente ( «Se non fossi stato d’accordo con la società, non avrei accettato questa situazione ma me ne sarei andato…» ) Allegri sta facendo i conti con una rivoluzione tecnica che gli ha visto avallare, senza alcun timore, le cessioni di Ibrahimovic e Cassano, mentre su Thiago Silva aveva manifestato qualche giustificata perplessità. Partendo dal presupposto che, come ammesso sempre dal tecnico, «non esistono in circolazione difensori come Thiago e lo stesso Nesta». Che, però, va ricordato aveva rifiutato di rinnovare il contratto con il Milan, nonostante l’insistenza di Galliani, perché non andava più d’accordo con Allegri così com’era successo a Gattuso. Anche il feeling con l’ad rossonero non è più quello di prima. L’estate ormai agli sgoccioli è stata contaminata da incomprensioni (il kappaò contro il Real Madrid e il caso-Zè Eduardo) che sono state portate spesso alla luce del sole.

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