LA GAZZETTA DELLO SPORT – Cadute le accuse di combine nel derby di Genova per il difensore, escluso dalla Nazionale. Ancora in ballo Lazio-Genoa…
RASSEGNA STAMPA – (F. Grimaldi) – Indizi insussistenti sul derby malato. Di qui la decisione del pm Mazzeo di chiedere l’archiviazione per gli ex giocatori genoani Criscito, Palacio, Milanetto, Dainelli e per l’ultrà rossoblù Leopizzi: i primi 4 indagati per l’ipotesi di frode sportiva nell’ambito dell’indagine sulla presunta combine per il derby Genoa-Sampdoria dell’8 maggio 2011, l’ultimo per favoreggiamento. In un’intercettazione il capo-tifoso aveva parlato di una confidenza ricevuta da Zauri, secondo cui 18 giocatori della Samp avevano messo 100 mila euro a testa per pareggiare quella gara, poi vinta dai cugini per 2-1. Una retromarcia clamorosa, che nei fatti annulla il teorema accusatorio del procuratore capo di Cremona, Di Martino (il quale il 6 giugno scorso aveva parlato di “effetti devastanti” in merito a quella stracittadina), di cui gli inquirenti genovesi non hanno evidentemente trovato traccia nei successivi accertamenti sugli atti ricevuti. Chi ha pagato il prezzo più alto in questa vicenda è Criscito, che il 28 maggio venne escluso dai convocati per l’Europeo. Criscito venne indagato e perquisito a Coverciano per la presunta combine di Lazio-Genoa (l’inchiesta a Cremona resta aperta). Da lì l’esclusione dall’Europeo. Soltanto una settimana dopo scoppiò il caso del derby. Ieri il giocatore ha ammesso la propria soddisfazione per la fine di un incubo, ma l’amarezza resta: “Sapevo che sarebbe finita così, giustizia è fatta — ha spiegato a Sky — ma la rabbia di non avere partecipato a una manifestazione così importante rimane. Ora spero che si concluda presto anche l’inchiesta di Cremona“. Una vicenda che lo ha profondamente toccato: “In quei giorni la famiglia mi è stata molto vicina, ma se la Figc ha deciso di escludermi perché non mi vedeva tranquillo, e non perché mi ritenesse colpevole, sono contento. Ora spero di tornare in Nazionale: la maglia azzurra è il massimo”.