LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il tecnico poliglotta adesso riesce a farsi seguire: “La svolta c’è stata dopo la figuraccia con il Getafe”…
RASSEGNA STAMPA – (S. Cieri) – Gli sono bastate un paio di partite per plasmare una Lazio vincente e a tratti pure spettacolare. Gli sono bastate un paio di partite per convincere i tanti scettici che avevano accolto con diffidenza il suo sbarco in Italia. E due partite gli sono bastate anche per eguagliare i suoi predecessori sulla panchina biancoceleste. Già, perché ora Petkovic, come Delio Rossi, Ballardini e Reja, potrà dire di essere stato almeno per una giornata in vetta alla classifica di Serie A. La cosa che conta di più della doppia vittoria con Atalanta e Palermo è che, grazie a questi 6 punti, la Lazio è prima in classifica, insieme con Juve e Napoli. Una piacevole consuetudine per la formazione romana negli ultimi anni. Questa è infatti la quinta stagione di fila che Lazio si ritrova in vetta alla Serie A almeno per una settimana. C’era riuscito Delio Rossi (che ci rimase quasi per un mese), poi Ballardini (solo per una giornata) e quindi Reja per due anni di seguito. Ora è la volta di Petkovic. Tra lo stupore generale, perché davvero in pochi avrebbero potuto prevederlo dopo un precampionato da incubo. Ma in pochi avrebbero pronosticato una Lazio tanto convincente, nel gioco e nei risultati, alle prime partite vere. “Da 4-5 partite i giocatori sentono meglio le gambe ed è aumentata la concentrazione — conferma il tecnico a Lazio Style —. Dopo la figuraccia con il Getafe ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di reagire, da lì è cominciato il miglioramento”. Alla quarta sconfitta in altrettante amichevoli importanti disputate il tecnico capì che c’era qualcosa da cambiare. “Io ho fatto un passo indietro, i giocatori un passo avanti, così ci siamo incontrati”. Il risultato sono state le prestazioni nelle partite successive, nelle quali sono arrivate solo vittorie. Il passo indietro di Petko è stata una modulazione diversa del pressing e della velocità di manovra. Il 4-5-1 che ne è scaturito è molto meno temerario, ma non toglie alla Lazio quella voglia di aggredire l’avversario che si è vista nelle ultime gare. E così adesso è partita la corsa alla ‘beatificazione’ dell’allenatore arrivato dalla Svizzera. “Le nuove idee in Italia non sono subito bene accette, normale ci fosse scetticismo sul mio conto”. Il tecnico si vedrà (anche se l’inizio è decisamente promettente), l’uomo è sicuramente di spessore. Parla otto lingue (tra cui un ottimo italiano), affabile nei modi, ma deciso nell’affrontare i problemi: Petkovic ha già conquistato tutti dentro ed attorno a Formello. Se poi continua pure a vincere sul campo…