PEREIRA al varo: “INTER, so tutto e ti darò tutto”

GAZZETTA DELLO SPORT (L. Taidelli) – Le parole dell’uruguaiano alla presentazione ufficiale…

(getty images)

Se Alvaro Pereira si dimostrerà preparato in campo quanto lo è sulla storia nerazzurra, l’Inter avrà fatto il colpo dell’anno e colmato la storica lacuna a sinistra che si trascina dai tempi di Andy Breheme e Roberto Carlos (cui Alvaro dice di ispirarsi). Il 26enne terzino appena arrivato dal Porto infatti non si limita alle frasi di circostanza («Sono arrivato in un club fantastico»), ma snocciola dati e particolari che probabilmente sfuggono anche al tifoso più incallito. «Ho impiegato un secondo a dire di sì all’Inter – racconta l’uruguagio, soprannominato «Palito» perché da piccolo era magro e suo fratello storpiava il nome Alvarito -, società di cui so tutto. Ha vinto 18 scudetti, 3 Champions, 3 Uefa… Fondata nel 1908 da 44 soci fuoriusciti dal Milan e aperti agli stranieri… I colori sociali rappresentano il cielo e la notte…».

Pereira insomma ha studiato. E si capisce che è un uomo concreto e aperto. «Preferisco parlare in campo, la vera pressione è di chi si sveglia alle 6 col problema di sfamare una famiglia, non di chi deve guadagnarsi la stima in un ruolo delicato. Anche se negli ultimi anni da terzino sinistro hanno fatto bene sia Chivu, che pure preferiva giocare al centro, sia Nagatomo e il capitano, anche se sono destri. Nessun paragone con Maicon, grazie. Sono Pereira e mi porto dietro le mie esperienze e la mia personalità. E il numero 31 di maglia, che ha un significato importante per la mia famiglia. Anche se non intendo svelarlo».

Pereira è carico e troppo furbo per esporsi. «Sono pronto a esordire contro la Roma, poi deciderà il mister se e come utilizzarmi. Posso coprire diversi ruoli, interno compreso. Con l’Argentinos Juniors ho fatto anche l’ala e il centrocampista, chiudendo una stagione con 11 reti. Ma più che segnare a me interessa vincere. Darò tutto. E all’Inter c’è tutto per farlo, dopo un ciclo incredibile di successi e un anno di transizione. Quello che ha condizionato anche Forlan, un amico che mi ha fatto subito gli auguri per la nuova avventura. Sono cresciuto guardando i gol di Ruben Sosa e Recoba. Prima di arrivare ho parlato anche con Guarin, Zanetti e Gargano. Giusto confrontarsi con le persone con cui poi dovrai lottare spalla a spalla su ogni pallone».

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