NAPOLI. CAVANI: “Troppo bello rimanere qui”

CORRIERE DELLO SPORT (A. Giordano) – «E’ una città unica che ti spinge a dare il 200%. Da quando sono qui sogno di vincere lo scudetto»…

(getty images)

Show must go on… Il bello della diretta (e dei sessantotto gol in due stagioni) è in quel “fermimmagine” da prime time televisivo che ruba l’occhio e le copertine e in quella fiction costruita ad arte per aggiungere (un pizicco di) pathos: e quando l’ultimo velo può ormai scivolar via, e l’orizzonte s’è tinteggiato ulteriormente d’azzurro, Aurelio De Laurentiis ed Edinson Cavani si stringono in un abbraccio affettuoso che conduce dritto sino al 2017 e al cuore di Napoli. Sì, sì, sì, cinque volte sì, per dare un senso al progetto, per sentirsi protagonisti d’un sogno da accarezzare con la dolcezza d’un matador cortese: «Resto qui ma non per soldi, che sono importanti. Resto qui perché questa è una delle città più belle del mondo e perché il calore di questa gente non ha prezzo. Con la mia famiglia, con i miei procuratori, abbiamo messo sul piatto della bilancia questi fattori ed abbiamo deciso: se altrove un calciatore dà il 100%, qua ti riescono a spingere ad ottenere il 200%. Mi chiedete dello scudetto, ovviamente: io da quando sono arrivato ho sempre avuto un solo pensiero, vincere e lasciare un segno nella storia di questo club. La coppa Italia è già qualcosa, abbiamo una bella squadra che può lottare per certi obiettivi ed essere divertente».

LA SVOLTA – Cinque anni di Edinson Cavani, con un ingaggio da star – circa quattro milioni e mezzo con bonus – a partire da una serata sciccosa e innaffiata dai sorrisi e dall’emozione d’un goleador che s’è tirato fuori dal mercato un mese e mezzo fa, in una Cardiff rasserenante con il suo clima olimpico e in un “faccia a faccia” tonificante: «Quando ho incontrato il presidente, ho capito che sarei rimasto a Napoli: ci siamo parlati, ci siamo capiti, lui mi voleva tenere ed ha fatto un grande sforzo; io volevo questa città».

LA CLAUSOLA – Nulla nasce per caso, manco l’ora e il giorno per annunciare un accordo ormai sancito nelle coscienze: venerdì 31 agosto, le venti, quando ormai non c’è più traccia di trattative vere o presunte e De Laurentiis può persino giochicchiare un po’: «Allora, Edi, vai a Manchester, vero… I matrimoni finiscono ed è sucesso pure a noi. Hai voluto la fredda Inghilterra». Ma, et voilà, ladies and gentlemen, Edinson Cavani anno terzo sta per mostrarsi con il suo candore e le sue umanissime sensazioni, dinnanzi a quei contratti che vanno soltanto autografati ad uso e consumo delle telecamere. Fatta, era già fatta, negli appuntamenti susseguitisi di recente tra il Napoli e Triulzi, Anellucci e l’avvocato Rodella (manager e legale dell’uruguyano) e nelle modalità confermate da un De Laurentiis raggiante: «La clausola rescisorria esiste: è pari a 60 milioni netti per il club. Dunque se qualche società lo vuole, e ci sono-ci sono, dovrà sborsare 62-63 milioni di euro».

CARO POCHO – Ma il Napoli ai tempi del matador è anche Hamsik e Maggio, Cannavaro e Pandev, Insigne e un progetto che De Laurentiis accarezza con dolcezza: «La nostra politica non cambia, era giusto integrare l’ingaggio di Cavani. I gioielli non si toccano e noi non adremo mai a comprare calciatori da duecento milioni di euro altrove. Non sono folle, voglio il bene del Napoli. I top club li abbiamo anche noi e Marek è un esempio classico di come si possa maturare stando qua. Da Napoli partirà solo chi vorrà andar via: Lavezzi ha ritenuto esaurita la sua missione, siamo stati entrambi ai patti. E chi ha detto che tra due anni non possa tornare?». E fino al 2017, troverebbe Cavani: «La società è padrona del mio destino, non voglio pensare se un giorno qualcuno dovesse chiedermi: poi si vedrà, magari il presidente mi verrà incontro. Ma io sono felice di stare qua». Show must go on…

Gestione cookie