EUROPA LEAGUE. INTER avanti con il brivido. GUARIN scaccia i fantasmi

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Dopo mezz’ora rosso a Castellazzi e Vaslui in gol su rigore. Non basta il primo pari di Palacio, il colombiano evita il k.o….

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (A. Elefante) – L’Inter ha tirato l’ultimo sospiro, quello del sollievo Europa League, solo al minuto 92 di una salita infinita. Alla fine le uniche lacrime sono rimaste quelle, bellissime, di Julio Cesar prima che tutto iniziasse, ma a galleggiare è rimasta anche una domanda: ma qual è la vera Inter, fra tutte quelle che si sono viste quest’estate? Trovandosi ad affrontare l’ultima – spera – emergenza di questa stagione, il tecnico ha scelto il rischio calcolato, cercando un minimo sindacale di turnover, in vista anche del campionato: il fatto è che l’imprevisto evolversi della gara l’ha trasformato in azzardo. Perché il rosso a Castellazzi ha lasciato l’Inter in dieci per quasi un’ora: stanchezza in più nelle gambe pensando alla Roma, ma poi anche un segnale importante, perché la squadra ha fatto meglio da quando ha giocato ad handicap. Se nel primo tempo avevano tradito in tanti, nella ripresa tutti, anche i colpevoli dei primi 45′, hanno tirato fuori la loro faccia migliore, quando c’è stato da soffrire e recuperare. Non sarebbe successo, se non fossero stati il multiuso Zanetti e il toro Guarin a trascinarsi dietro gli altri. Una squadra per ovvi motivi diversa rispetto a quella che aveva trovato nuove sicurezze in Romania e a Pescara. E il Vaslui, già prima della superiorità numerica, aveva preso in mano la partita, dopo aver tremato solo per un palo di Samuel. E sbatti e risbatti, gli unici talentuosi sdoganati da Sumudica, Antal e Stanciu, hanno messo il dito nelle pieghe (o piaghe) difensive nerazzurre, per confezionare in tandem l’azione del gol dell’1-0. Rattoppata l’Inter in dieci con un 4-4-1, Strama l’ha vitaminizzata con Guarin e con Juan Jesus spostato al centro della difesa. La spinta in più che serviva per fare esercizio di sofferenza e ripartenza: la ricetta per sfornare i gol di Palacio e poi di Guarin, con l’intermezzo di altri 13′ di cuore in gola. Alla Roma, domenica sera, la risposta.

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