LA GAZZETTA DELLO SPORT – Di Benedetto si è dimesso: al suo posto il 54enne di Boston, ma con origini a Rieti…
RASSEGNA STAMPA – (M. Cecchini) – Possiamo dare ufficialmente il benvenuto a James Pallotta. Da ieri è lui il 23° massimo dirigente della storia giallorossa, succedendo al malinconico Tom Di Benedetto, rimasto al vertice dal 27 settembre scorso, cioè meno di 11 mesi. Il magnate statunitense, nato a Boston 54 anni fa ma di origini italiane, ha fatto fortuna grazie ai fondi d’investimento e adesso la vulgata trigoriana lo vuole così innamorato della Roma da voler trasmettere la proprietà del club ai figli. In realtà il controllo sarebbe suddiviso ancora con gli altri tre partner della cordata Usa, cioè Ruane, D’Amore e lo stesso Di Benedetto. In realtà però dal 14 dicembre scorso, da quando cioè a Di Benedetto furono tolte tutte le deleghe operative, si è capito come il socio forte fosse solo lui. Ieri comunque, grazie a tre videoconferenze in simultanea, l’anima Usa e quella italiana si sono incontrate virtualmente per gestire la cerimonia degli addii (e dell’insediamento), a cui hanno preso parte anche l’a.d. Pannes e Fiorentino (UniCredit), oltre ai dirigenti giallorossi. “È un grandissimo onore questa carica — ha detto Pallotta —. Non esiste club più speciale al mondo e io accetto la responsabilità di esserne custode e guidarlo con grande senso di umiltà e determinazione per costruire una organizzazione vincente sotto tutti gli aspetti”. In attesa che Pallotta torni a Roma (ad ottobre), l’a.d. Pannes ha specificato: “Le fondamenta per il successo sono state gettate per questa stagione e per il futuro”. Durante il Cda c’è stato spazio anche per la relazione sul mercato di Baldini. Il consiglio ha preso nota che occorrono circa 5 milioni perché il club ottemperi agli obblighi del fair play finanziario. Per questo, con Sabatini a Milano, si lavora sul fronte uscite (Borriello e Bojan). Ma non è escluso anche un innesto difensivo last minute.