LA GAZZETTA DELLO SPORT – Record negativo dell’era Berlusconi: sono soltanto 22mila. Pesano pay tv e cessioni illustri: il Milan è visto con diffidenza…
RASSEGNA STAMPA – (M. Pasotto) – Tribuna e distinti che fischiano, curva che invece si morde le labbra e aspetta il 31 agosto. Milan-Sampdoria ha mostrato le due anime di San Siro, ma la sensazione di base che emerge dal Meazza è una sola. Ed è quella che ha sottolineato Allegri dopo la partita: nei confronti del Milan non ci sono soltanto rabbia, pessimismo e scoraggiamento. Ma soprattutto diffidenza. E’ come se la gente, dopo l’addio simultaneo di tanti senatori, non riconoscesse più la propria squadra. Allegri è preoccupato e i numeri confermano le sue preoccupazioni: gli attuali 22.106 abbonati sono il dato più basso mai registrato nell’era Berlusconi. La campagna abbonamenti chiuderà a metà settembre in concomitanza con la seconda partita casalinga, contro l’Atalanta. Fino ad ora l’annata peggiore era stata il 2009-10, con 27.865 tessere. Ne ballano oltre cinquemila che, a meno di fuochi artificiali negli ultimi quattro giorni di mercato, non verranno colmate. La stagione 2009-10 peraltro non è casuale: fu quella dell’addio di Kakà. Il Milan, con quella cessione, rispetto al campionato precedente registrò una perdita secca di 15 mila abbonati. Scorrendo i dati della gestione Berlusconi (il record è quota 71.895 nel ’92-93), si può dire che i tempi di vacche grasse sono finiti con la stagione 2005-06, al termine della quale andò via Shevchenko. Anche in quel caso, 13 mila tessere in meno (da 50 a 37 mila). Poi, a parte l’effetto-Champions (42-43 mila nel biennio 2007-09), il trend è stato poco confortante. Il Milan è preoccupato: un Meazza semivuoto come al Trofeo Berlusconi (35.000 spettatori) e come l’altro ieri è anche un danno d’immagine per un brand forte come quello rossonero.