ROMA. DE ROSSI giura amore: “Niente CITY, resto alla ROMA. Mai chiesto di andare via”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il giallorosso: “Speravo arrivasse Montella, però ho imparato a conoscere Zeman, lui è uno che fa sognare la gente. Juventus favorita, noi ci siamo”…

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (A. Pugliese) – “Io la mia scelta l’ho fatta 30 anni fa e l’ho riconfermata quando ho rinnovato il contratto, 5 mesi fa. Allora nevicava, ora fanno 40 gradi, ma non è una scelta che cambia con il clima”. De Rossi chiude il capitolo City, almeno per quanto gli riguarda. “Resto qui, non ho mai chiesto di andare via. E quando succederà, se mai arriverà quel giorno, sarò il primo a dirlo, prendendomi tutte le mie responsabilità e comportandomi da uomo”. Il City, dunque, si dovrà rassegnare. Daniele su questo è stato chiaro. “Gli inglesi sono stati gli unici a cercarmi veramente, ma sono stato chiaro con tutti: le parti interessate e il mio agente. Voglio restare alla Roma, la pressione è stata solo mediatica”. Alimentata, indirettamente, dalle parole di Sabatini, che ad Irdning l’ha definito “non incedibile”. “Ci sta, sono stati venduti Zidane, Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic e Thiago Silva, figuriamoci se di fronte ad un’offerta importante non possa essere messo in discussione io. Rispetto a loro, però, qui c’è che io per la gente ho un valore affettivo notevole”. Ma la Roma ci ha pensato o no a cedere davvero De Rossi? “Dovete chiederlo alla società, il fatto che mi abbiano fatto un contratto importantissimo mi fa pensare che puntino su di me. Ma se un giorno verranno a dirmi che non servo, che guadagno troppo o che devo andare via per problemi economici, allora ci ragionerò su, in base alle motivazioni. Mi viene in mente l’addio di Nesta alla Lazio, ma non mi sembra che la situazione economica della Roma sia la stessa”. Mancini, di quella Lazio, ne era appena diventato il tecnico. Come in giallorosso ci è rimasto per sempre Totti, l’altra scelta d’amore. “Finirà la carriera minimo con uno scudetto, vincerne uno anche io nei prossimi 5 anni vorrebbe dire chiudere al massimo la mia carriera. Totti poteva vincere tutto e togliersi tante soddisfazioni, come il Pallone d’oro. Ma io non sono un talento indiscutibile come lui, a quei premi non ambisco”. Già, lo scudetto, chissà se la Roma può sognarlo. “Per ora il mio sogno è tornare a fare la Champions League: la Juve è ancora più forte di tutte, ma noi ci siamo rinforzati e abbiamo assottigliato il gap. Di scudetto non me la sento di parlare, ma la sensazione è che si possa fare una grande stagione”. Sensazione legata soprattutto al ritorno di Zeman a Roma. “Con lui non ho mai avuto problemi, se non lo conosci non ti rendi conto di quanto sia piacevole. Prima dell’inizio della stagione ero dispiaciutissimo per Luis Enrique: speravo potesse prendersi una rivincita, se la merita. Poi ho fatto il tifo per Montella: lo conosco, so che è un grande allenatore. Zeman, invece, mi sembrava musone, avevo paura di poter avere qualche problema con lui. Ed invece ho scoperto una persona completamente diversa da quella che mi immaginavo”.

 

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