IL MESSAGGERO – (D. Magliocchetti) La doppia vita di Stefano Mauri. Giocatore di giorno, apprendista avvocato di sera. Per il trequartista della Lazio si avvicina un periodo…
IL MESSAGGERO – (D. Magliocchetti) La doppia vita di Stefano Mauri. Giocatore di giorno, apprendista avvocato di sera. Per il trequartista della Lazio si avvicina un periodo molto particolare e stressante. Da un lato c’è l’esordio stagionale in Europa League, quindi il ritorno alla competizione ufficiale vera e propria. Niente a che vedere con le amichevoli, anche se sono state importanti per rigenerarsi. Dall’altro c’è la spasmodica attesa per l’imminente deferimento che arriverà dal procuratore federale Stefano Palazzi nei prossimi giorni. A seguire appunto il processo sportivo con il timore di trovarsi davanti una richiesta di lunga condanna, se non altro perché il biancoceleste è l’uomo più in vista di quest’ultimo filone giudiziario che riguarda l’inchiesta di Cremona.
Non è stato facile, dopo l’arresto del 28 maggio, ritornare giocatore e prepararsi alla nuova stagione con questa spada di Damocle sulla testa. Eppure Mauri è stato in grado di scindere le due cose e di farsi trovare pronto sia a livello fisico che tattico. Quasi una guida per i compagni. Vlado Petkovic stravede per lui, che a sua volta si trova benissimo con il nuovo allenatore. Sin dal primo giorno i due si sono subito sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. Petko spiegava i movimenti d’attacco o di centrocampo e lui era in grado di svolgerli senza alcun errore.
Durante il ritiro il tecnico croato l’ha impiegato in diversi ruoli come regista, mediano, trequartista, esterno e perfino seconda punta e Mauri ha sempre risposto in modo impeccabile.
Chi lo conosce bene, sostiene che il brianzolo non si sia mai preparato in questa maniera: serio, taciturno e grintoso come mai. Per l’allenatore è uno dei modelli, forse il giocatore più importante. Uno dei pochi a dare equilibrio alla squadra.
Domani si gioca a Maribor e Stefano sarà lì, titolare accanto a Klose, a guidare l’assalto ai modesti sloveni del Mura 05 per i play-off d’Europa League. Come uno strano scherzo del destino l’ultimo gol della passata stagione fu proprio di Mauri, al 91’ contro l’Inter di Stramaccioni. Da lì Stefano vorrebbe ripartire. Prestazione a parte, stavolta il trequartista biancoceleste cerca un gol importante, per sé e per la Lazio. Dopodiché, terminata la partita, si toglierà i panni del calciatore e indosserà quelli dell’apprendista avvocato. Li indossa ogni sera da quel maledetto 28 maggio, la data dell’arresto. Il giorno che gli ha cambiato la vita.
Mauri si sente innocente e completamente estraneo all’intera vicenda, l’associazione a delinquere e tutte le voci che girano sul suo conto, come scommettitore incallito e aggiustatore di partite. «Niente di più stramaledettamente falso», il suo leitmotiv. Si sente ingiustamente accusato. Non ne può più di sentir dire: vabbè ma se l’hanno arrestato, qualcosa ci sarà. Ecco tutto questo ha fatto sì che si mettesse a studiare le carte che lo riguardano, ma anche tutte le altre dell’inchiesta di Cremona. «Su Stefano si sono dette, tante e troppe malignità che non stanno né in cielo, né in terra», le parole del suo legale Matteo Melandri. E’ già praticamente pronta la memoria difensiva, nella quale ci saranno alcuni documenti inediti, ritenuti dai legali molto importanti, che potranno fare chiarezza su tante cose, compresa la famosa scheda telefonica sospetta. Cresce anche l’attesa per il ricorso in Cassazione che potrebbe obbligare il Tribunale del Riesame di Brescia a pronunciarsi sull’arresto: se fosse ritenuto illegittimo, come chiede la difesa, la sua posizione potrebbe alleggerirsi. È una corsa contro il tempo, ma per Mauri è senza dubbio la partita più importante.