CALCIOSCOMMESSE. Il verdetto

LA REPUBBLICA – Conte appeso ai giudici, la speranza è avere almeno uno sconto…

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RASSEGNA STAMPA – (M. Pinci) – Serviranno meno di 24 ore alla Corte di Giustizia Federale per emettere i propri verdetti. «Faremo in fretta», ha promesso il presidente Mastrandrea. Sarà di parola: il lavoro dei giudici nel procedimento d’appello al calcio scommesse è proseguito, dalla chiusura della seduta ieri alle 17, fino a notte, sempre negli uffici al primo piano dell’ex ostello del Foro Italico. In mattinata verranno rifiniti i dettagli, basterà attendere il pomeriggio di oggi per i dispositivi: sentenze definitive, ma che lasciano aperta la porta ad un ricorso al Tnas. Difficile aspettarsi clamorosi stravolgimenti rispetto al primo grado di giudizio: a sperare è soprattutto Antonio Conte, l’uomo simbolo del procedimento, l’allenatore della Juventus campione d’Italia travolto dal gorgo dello scandalo per il (doppio) peccato di omessa denuncia contestatogli dalla procura federale in merito ai trascorsi senesi. La difesa agguerrita di lunedì pomeriggio, sostenuta dai legali Bongiorno e De Rensis, oltre che da un agitatissimo Conte, potrebbe essere premiata con uno sconto dalla Corte rispetto ai 10 mesi di squalifica su cui si era pronunciata la commissione Disciplinare. Gli ottimisti sperano addirittura in una riduzione fino a 6 mesi di stop: il ricorso del tecnico della Juventus verrebbe accolto per una delle due omissioni (Albinoleffe-Siena?) con l’altra sanzionata per la pena minima prevista. E in un primo tempo la Corte avrebbe valutato perfino la possibilità di una sospensiva dell’applicazione fino alla descrizione delle motivazioni, 30 giorni di tempo, in attesa del ricorso al Tnas. Quasi inutile dire che i legali del tecnico brinderebbero per una soluzione di questo tipo, ma che con il passare delle ore sembra sempre più improbabile: come spiegarlo agli altri tesserati colpiti per omessa denuncia? Restano quindi in piedi anche le ipotesi meno favorevoli per il tecnico: conferma dei 10 mesi di squalifica, oppure sconto contenuto a 8 mesi di stop, se entrambe le omissioni venissero ancora riconosciute. Senza dimenticare la possibilità di nuovi sconti dal tribunale di arbitrato sportivo.

Mentre Conte era a Vinovo a preparare l’esordio di domenica, ieri in aula è stato il giorno – tra gli altri – degli juventini Pepe e Bonucci. Assolti in primo grado per Udinese-Bari del 2010, sono praticamente certi di ottenere un nuovo proscioglimento. Deve averlo pensato anche Palazzi, se in subordine alle richieste di 3 anni e 6 mesi per Bonucci (e Belmonte), è arrivato a chiedere un anno per omessa denuncia «nel caso non fosse riconosciuto l’illecito ». Un segnale di evidente debolezza. Ferma l’opposizione dei difensori nel ribadire le tante contraddizioni del pentito Masiello: «Siamo sicuri della forza dei nostri argomenti – ha detto Chiappero, legale dei due bianconeri – la sentenza parlava da sola». In ansia invece il Lecce, probabile la retrocessione in Lega Pro, e il Bologna di Portanova e Di Vaio: Palazzi sembra essere riuscito a capovolgere il successo dei due in primo grado (omessa denuncia e assoluzione) con i tabulati che dimostrano la telefonata con cui il difensore proponeva l’illecito al compagno, unico elemento di novità del procedimento: «Carella e Giacobbe ci hanno detto della telefonata, come facevano a saperlo? Di Vaio e Portanova invece negavano…», ricorda Palazzi. Il Bologna (rischio -2), in caso di lunga squalifica al difensore, è pronto a chiedergli i danni. Poche ore soltanto al verdetto della Corte.

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