SPORT. GNUDI: “Più sport nelle scuole e basta tagli ai contributi per il Coni”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Parla il Ministro dello Sport: “Orgoglioso dei nostri risultati ai Giochi di Londra. E ora va rilanciata l’attività nelle Università”…

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA – (P. Bergonzi) – Piero Gnudi, Ministro dello Sport, è stato a Londra nei primi giorni dell’Olimpiade e poi ha seguito da “appassionato di tutte le discipline” le gare degli azzurri ai Giochi.

“Da Ministro, anzi da italiano che ama lo sport, sono orgoglioso dei risultati che hanno raccolto i nostri ragazzi — dice Gnudi —. Ci siamo confermati nel G8, che vuol dire stare nell’elite dei Grandi Paesi. Non è poco anche se ci verrebbe sempre da dire che si poteva fare meglio. Qualche argento, come quello di Cammarelle poteva, anzi doveva essere oro…”.

Qual è la medaglia per la quale si è più emozionato?
“Non voglio scegliere. Mi verrebbe da citare Jessica Rossi, quella ragazzina, bolognese come me, che ha centrato 99 piattelli su 100! Ma come dimenticare la finale del fioretto tra la Di Francisca e la Errigo alla quale ho assistito entusiasmandomi. E il bronzo strappato con classe e determinazione dalla Vezzali? E il nostro Settebello della pallanuoto? E Russo che agguanta la finale con un riscatto nel terzo round? E Cammarelle che per tutti, o quasi, doveva essere di nuovo olimpionico? Non voglio scegliere perché dietro a ogni medaglia c’è una grande storia di sacrifici che merita la stessa considerazione”.

Abbiamo però vinto negli sport di «nicchia» e abbiamo raccolto poco negli sport popolari come atletica e nuoto, nei quali il confronto è con il mondo intero.
“Nel nuoto venivamo da Olimpiadi miracolose e abbiamo fatto un passo indietro, ma qualche giovane come Paltrinieri promette bene. Nell’atletica invece siamo stati davvero assenti. Ci salva soltanto il bronzo del bravissimo Donato nel triplo. E paghiamo anche la super specializzazione. La velocità, ad esempio, è un giardino privato dei caraibici. Dobbiamo lavorare perché i giovani tornino ad avvicinarsi a uno sport così bello”.

Sulla nostra Olimpiade pesa il caso Schwazer.
“Colpo durissimo. Non è l’unico atleta dopato preso prima dei giochi, ma era un’icona del nostro sport. Bisognerebbe fare una lunga riflessione. Credo che sia una delle tante “vittime” nella corsa alla vittoria a tutti i costi. Servirebbe un salto di qualità culturale per capire che la vittoria non è tutto”.

Visto il successo di Giochi in Gran Bretagna, non avverte rammarico per la rinuncia alla candidatura di Roma 2020?
“Certo che fa male, pensate quanto sognavo io per l’Olimpiade in casa… Ma in questo momento le priorità del Paese sono altre e la nostra è stata una scelta responsabile. Ora semmai dobbiamo fare in modo di sfruttare la spinta allo sport che ci viene dalla buona avventura azzurra ai Giochi“.

I fondi al Coni sono stati ridotti a 409 milioni. Ci saranno ulteriori tagli allo sport?
“La scelta spetta al Ministro del Tesoro. Io mi batterò perché non ci siano ulteriori riduzioni. Investire sullo sport significa investire sulla qualità del capitale umano del Paese”.

Il grande successo dello sport British viene dalle scuole. Il folkloristico sindaco di Londra Boris Johnson vorrebbe 2 ore di educazione fisica al giorno. Da noi sono in discussione anche le due ore alla settimana.
“Questo è già e sarà il mio impegno principale. Soprattutto lo sport nelle scuole può consentirci di avere nuove generazioni di atleti. Mi sono impegnato per rilanciare i Giochi della Gioventù e in primavera sono tornate le finali nazionali delle scuole medie al Flaminio. Il mio ministero ha un piccolo portafoglio, ma lo spenderà quasi tutto per lo sport scolastico. In accordo col Ministero dell’Istruzione, in autunno torneranno anche le gare di corsa campestre. Ma pensando al sistema inglese invidio soprattutto lo sport che riescono a fare nelle università. Ecco: un’altra sfida del mio ministero è il rilancio del Cus, il centro sportivo universitario”.

In Italia però mancano le strutture, abbiamo palestre malandate e in qualche caso scuole senza palestra.
“Altro punto dolente. Per questo abbiamo chiesto di ritoccare con un articolo ad hoc il decreto legge sullo sviluppo per facilitare il finanziamento di nuove strutture che possano essere sfruttate sia dalle scuole sia dalle società sportive. E in proposito abbiamo un discorso aperto con il Ministro Profumo e il Coni“.

Il prossimo anno ci sarà la nomina del nuovo presidente del Coni. L’elezione potrà essere all’inizio dell’anno prima delle Politiche? E come vede la sfida Pagnozzi-Malagò?
“So che sarebbe bene anticipare, ma credo che l’elezione sarà dopo il voto delle Politiche. Tra i due candidati non mi sbilancio. Sono entrambi validi uomini di sport con grande esperienza alle spalle”.

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