LA GAZZETTA DELLO SPORT – Usain vola in 19″32 ed evita la rimonta di Blake. Dopo il bis di Pechino nei 100, fa altrettanto sulla distanza doppia. Con Weir è tris Giamaica…
RASSEGNA STAMPA – (P. Molinaro) – Ce l’ha fatta. Usain Bolt entra nella leggenda che cercava da quattro anni: diventare il primo sprinter a doppiare ai Giochi l’oro di 100 e 200 metri in due edizioni successive. Ma l’ha raggiunta con la paura. Paura del compagno di allenamenti Yohan Blake che stava per addentarlo sul traguardo. Ha chiuso i 200 in 19″32, la terza prestazione di sempre nella sua carriera dopo il 19″19 di Berlino 2009 e il 19″30 con cui quattro anni fa a Pechino stupì il mondo cancellando quel Michael Johnson che aveva lasciato tutti senza fiato con 19″32 ai Giochi di Atlanta 1996. Per tutto il rettilineo Usain ha fissato il tabellone elettronico per vedere dove fosse Blake. Lo vede quotidianamente in allenamento, sa quanto vale. Ieri in Usain si è vista tutta la stanchezza accumulata nei cinque sprint in cinque giorni e probabilmente i limiti di una preparazione complicata dal mal di schiena che lo perseguita ormai da due anni. Un Bolt forse più umano ma che proprio nella sofferenza di questo trionfo ha dato l’esatta dimensione della determinazione e della voglia di vincere che lo alimenta. Ce l’ha fatta e aver avuto vicino un avversario di valore rende ancora più onore alla sua vittoria. Questo Blake arrivato alle sue spalle è grandissimo ed il 19″44 di ieri sera è la prova generale dello scettro quando Sua Maestà Bolt deciderà di abdicare. La Giamaica ieri sera in questi 200 metri ha occupato anche il terzo gradino del podio con il nome nuovo, Warren Weir, ventiduenne che ha dimostrato talento e consistenza portando nell’occasione il primato personale a 19″84. E non è finita. Perché sabato per Bolt, Blake e compagnia c’è da conquistare anche l’oro della 4×100.