CORRIERE DELLA SERA – Dopo il trionfo delle donne arriva la storica doppietta a squadre grazie a Baldini, Cassarà, Avola e Aspromonte…
Oltre la terribile paura di deragliare già al mattino contro la Gran Bretagna, oltre la fantastica galoppata contro gli statunitensi, arrotati con crudeltà e oltre perfino una finale punto a punto con il Giappone. Arriva il sesto oro ai Giochi dell‘Italia e soprattutto la medaglia che permette di esplorare l’inesplorato. È la prima volta infatti nella storia che quest’arma centra, a squadre, la doppietta tra i cinque cerchi, mentre con la tripletta delle ragazze nell’individuale si attesta al settanta per cento del bottino delle lame. […] Felicità e gesti-simbolo. Uno su tutti: è il momento in cui Andrea Cassarà corre ad abbracciare Andrea Baldini, dopo che il livornese ha infilzato Ota per il 45-39 dell’apoteosi. L’aspetto più bello della vittoria è quello che non si è visto. Non è un gesto tecnico; non è il coraggio di Giorgio Avola da Modica che deve inventarsi un debutto sontuoso per sostituire Valerio Aspromonte, in difficoltà contro i britannici; non è Cassarà che conferma di aver lottato perfino contro una recrudescenza di toxoplasmosi. «È stato un processo graduale, compiuto passo dopo passo. Ma in questi giorni ne abbiamo compiuto uno ancora più grande: ci siamo ritrovati, abbiamo approfondito per trovare la strada maestra verso un obiettivo comune. Che cosa ci siamo detti? È una cosa… nostra». Queste sono le parole del c.t. Stefano Cerioni, il quale smentisce che lascerà l’incarico, ma non ci vuole molto a capire che il cemento dell’oro è umano. È il trionfo della continuità.