IL CORRIERE DELLO SPORT. (A. Ramazzotti) Il centrocampista aggiunge: «I nerazzurri hanno tutto per tornare a vincere lo scudetto. E io non mi perdo una gara in tv»…
PAULINHO, centrocampista del Corinthians e sogo pribito dell’Inter ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a “Il Corriere dello Sport”, ecco le sue parole:
Paulinho, come ha iniziato a giocare a calcio?
«Da bambino il pallone è sempre stata la mia passione. Mi sono avvicinato a questo sport grazie a mio fratello Eric: lui giocava a calcio e io volevo imitarlo. A 5 anni ho iniziato a praticare il Futsal e a 14 ero nell’Audax San Paolo».
Chi deve ringraziare per essere diventato uno dei centrocampisti più richiesti sul mercato europeo?
«Prima di tutto Dio e poi anche mio padre, mia madre, mio fratello, mia moglie Barbara e mia figlia Bia, alla quale dedico tutto il tempo che ho. Non dimentico però Thiago Scuro, il mio agente che è con me fin da quando ho 15 anni, l’Audax e il Bragantino, che mi ha permesso di andare al Corinthians e di ottenere i successi che ho avuto finora».
Come si descriverebbe come giocatore?
«Sono un centrocampista che si dà da fare in fase di interdizione, ma che ama anche giocare il pallone. Mi impegno al massimo per la squadra e mi sforzo di rispettare il sistema di gioco scelto dall’allenatore. Se mi lascia la possibilità di attaccare e di segnare qualche gol, però, sono anche più contento».
Cosa si aspetta dalla prossima stagione con il Corinthians?
«Voglio vincere, vincere e ancora… vincere. Spero di conquistare altri titoli e di essere convocato per la Selecao». […]
Perché quando è venuto a giocare in Europa non è riuscito a esprimere tutto il suo potenziale?
«Ho avuto l’opportunità di disputare diverse partite con il Vilnius, un po’ meno con l’LKS Lods, ma avevo solo 18 anni e per migliorare avrei avuto bisogno di tempo. Sono tornato in Brasile quando l’Audax e il Lods hanno risolto la vicenda relativa al mio cartellino, ma quella in Europa è stata una grande esperienza professionale e di vita».
Tornato in Brasile si è definitivamente consacrato e ha vinto la Libertadores con il Corinthians.
«Qualche settimana fa mi sono tolto forse la più grande soddisfazione della mia carriera. Il Corinthians non aveva mai vinto prima la Libertadores e sapere di aver contribuito a un trionfo tanto atteso da parte del club più famoso del Brasile per me è una soddisfazione doppia». [ …]
Segue il calcio italiano?
«Certo. La tv brasiliana trasmette diverse partite del vostro campionato e quando posso non me ne perdo una».
Lo scorso anno lo scudetto lo ha vinto la Juventus. Lei su chi punta per il 2012-13?
«Credo che l’Inter abbia tutto per tornare a vincere il titolo».
L’Inter avrebbe voluto lei per rinforzare il centrocampo. Perché la trattativa non si è conclusa?
(Ride) «Non mi fate questa domanda, non sta a me parlare di certe cose».
Ci spieghi almeno perché ha deciso di restare al Corinthians…
«E’ stata una decisione molto difficile per un calciatore come me che dentro ha il sogno di giocare di nuovo in Europa. Negli ultimi mesi ho avuto alcune offerte (anche quella della Roma, ndr) e ci ho riflettuto su, ma alla fine l’opportunità di partecipare al prossimo Mondiale per Club, abbinata alla possibilità di accumulare ulteriore esperienza disputando un altro campionato brasiliano, mi ha fatto propendere per restare al Corinthians».
I suoi dirigenti saranno felici…
«Hanno fatto un grande sforzo per convincermi a restare e mi sono sentito importante. Spero che giocando ancora in patria possa avere l’opportunità di mettermi in mostra e di conquistare una maglia della Selecao. In futuro poi vedremo…».
Crede di essere pronto per il calcio italiano?
«Ho molto da migliorare, ma sono pronto per giocare in qualsiasi campionato mondiale di primo livello e quindi anche in Serie A».
Qual è il brasiliano che preferisce tra quelli che militano in Italia?
«Lucio. Ha vinto molto, ma ha ancora voglia di conquistare titoli e trofei. In campo mette sempre tanta grinta e per me è un esempio».
Alzare la Coppa del Mondo 2014 con il Brasile è il suo sogno più grande?
«Sì, lo confermo, ma so che per raggiungere questo obiettivo devo lavorare molto».