Claudio Lotito dichiara di attendere nuovi sviluppo per Yilmaz e si dimostra molto dispiaciuto per la sentenza emessa nei confronti di Breno. Quando la sala stampa di Formello gli chiede i «tre-quattro campioni» promessi alla tifoseria, il numero uno biancoceleste risponde polemizzando: «I nomi io non li ho fatti. L’ho detto nel convincimento che stavamo puntando dei campioni. Ederson è un campione o no? Se posso dire la verità, per voi un campione è solo a livello economico. Per noi i campioni sono quelli che hanno valori tecnici, agonistici ma anche nella vita, fuori dal campo. Questa è la nostra filosofia e quello che diceva un presidentino sette anni fa, si è avverato tutto, anche per quanto riguarda i bilanci».
Grande convinzione anche nella scelta del nuovo tecnico Petkovic, che deciderà le sorti di Mauro Zarate: «La valutazione dell’uomo è stata fatta sia dal punto di vista tecnico e caratteriale, nella sua interezza – ha spiegato -. Una persona dedita al suo lavoro, convinto dei suoi metodi. Lavora sui giovani, facendogli esprimere le qualità anche fra mille pressioni. Un uomo non famoso, ma di sostanza. Zarate? Sceglierà l’allenatore, noi supporteremo la sua scelta».
Il presidente biancoceleste non vede la presenza di Sculli e Mauri nello spogliatoio come una minaccia all’equilibrio del gruppo: «Sculli e Mauri non sono degli orchi o dei banditi: squadra e dirigenti non hanno dimostrato insofferenza nei loro confronti, […] nessuno all’interno dell’organico ha avuto la sensazione di avere problemi verso questi due calciatori. […] Le condanne morali non fanno testo, ci sono tre gradi di giudizio. Io non faccio l’avvocato, ma noi siamo al di fuori di ogni cosa. Da quanto emerge, credo ci sia stato un allarmismo eccessivo: poi la storia dirà chi ha avuto ragione».