CONFERENZA STAMPA – Il direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, incontra i giornalisti a Trigoria prima della partenza per il ritiro di Riscone di Brunico. Ecco le dichiarazioni integrali del ds giallorosso:
Un anno fa la Roma non aveva fissato degli obiettivi, e nemmeno nei mesi successivi. Oggi Walter Sabatini ha fissato degli obiettivi minimi che la Roma deve raggiungere quest’anno?
C’è un’abitudine della stampa, legittima, di tirare una riga e fare i conti, voi operate, agite a preventivo e consuntivo. Ossia inizia una storia, è già finita, il consuntivo è questo, negativo credo di percepirne l’aria, e nessuno e io stesso non posso che sottoscrivere, per quello che è stato ottenuto in termini di classifica l’anno scorso. Non lo dico in maniera polemica, è solo un’osservazione, ma voi fate un consuntivo, adesso fate un nuovo preventivo che presuppone la ricerca di un itinerario che arriverà a un nuovo consuntivo l’anno prossimo. Noi in realtà, e credo di essere coerente con quello che ho detto l’anno scorso quando sono piombato qui dentro molto orgogliosamente, siamo dentro un percorso, non è che è finita una stagione, abbiamo bollito un allenatore, intendo dire bollito con una licenza che non mi dovrei neanche prendere, nel senso che questo Luis, al quale abbiamo voluto bene e che abbiamo rispettato e anche stimato, non ha fatto una classifica consona ai valori che esprimeva la squadra, non per colpa sua. E non siamo riusciti a centrare l’obiettivo. La Roma ha raggiunto vertici o espressioni di gioco intriganti e importanti. Abbiamo finito il girone d’andata a 31 punti mi pare, sarebbe stata una proiezione di 62 sul girone di ritrono, quota che ci avrebbe portato ad essere competitivi o addirittura ad acquisire la Champions League. Per noi l’anno scorso era una premessa di lavoro, poi nel girone di ritorno abbiamo avuto una flessione di cui non abbiamo capito le ragioni reali, credo che non siano imputabili all’allenatore o allo scarso rendimento dei giocatori, ma perchè non siamo riusciti a coagulare intorno alla squadra un’idea di noi stessi che fosse un’idea positiva. Ma noi questo step l’avevamo messo in preventivo e stiamo ancora andando avanti. Ma ci sentiamo dentro un percorso che era stato da me annunciato l’anno scorso, ossia la Roma cambierà nel tempo, mi pare di aver parlato di un percorso quinquennale, ma non è così. Il calcio presuppone impone tempi diversi, ma noi ci sentiamo ancora assolutamente dentro a quel percorso e Zeman ne fa parte, siamo in divenire. Voi invece fate un consuntivo: ‘annata fallimentare’. Non lo critico, lo recepisco, ma noi non siamo a consuntivo, siamo dentro a un lavoro che stiamo facendo, con il nuovo allenatore e i giocatori che arriveranno. Mi permetto di dire che la Roma è in divenire, in costruzione. L’obiettivo è quello. Abbiamo affidato la squadra a un conduttore che riteniamo straordinario, e dico che non abbiamo preso perchè faccia lo scudo spaziale e ci difenda da tutto, lo abbiamo preso per una pura scelta tecnica. La sua idea di calcio coincide con quella che noi abbiamo sempre voluto, una Roma che io una volta ho definito arrogante e questo aggettivo mi è tornato contro perchè forse era eccessivo. La nostra Roma dovrà essere una Roma che determina, che va in cerca dei risultati sempre, con i giusti mezzi e nella maniera più equilibrata. L’allenatore tra l’altro mi sta rigenerando, quando gli indico i problemi impellenti, gli dico che sono preoccupato per la difesa lui mi risponde: “Non ti preoccupare, noi attaccheremo”, questo io voglio sentirmi dire e mi rigenera, ci rigenera tutti, anche se ognuno di noi si aspetterà operazioni di mercato eclatanti. Faremo del nostro meglio sul mercato. L’obiettivo è di esser la Roma, non è retorica, io sono una persona prosaica, voglio risultati, voglio vincere le partite, mi si abbassano i ritmi cardiaci quando prendiamo gol, io sono come tutti voi. Vogliamo una Roma forte, che attacchi, che porti i nostri attaccanti a far 70 gol, vogliamo divertirci e vincere anche qualche partita, non vi allarmate, vogliamo vincere, non ci vogliamo solo divertire”.
Zeman abbiamo appurato che non è uno scudo ma ha già raggiunto un obiettivo, ossia riportare l’entusiasmo nell’ambiente. Però adesso i tifosi chiedono quello che una volta si chiamava campione, adesso top player. Volevamo sapere se arriverà e che identikit avete tracciato?
Questa definizione è una specie di neologismo calcistico adottato da tre quattro anni? Il top player. Ma chi è il top player? Posso fare domande io? Il top player è una definizione giornalistica, opportuna, accettabile. Dov’è il top player? Tutti stanno cercando il top player, ma vi sollevo un dubbio, perchè l’anno scorso il Milan quando ha preso al peultimo giorno di mercato, dolorosamente per me perchè ci avevo pensato ma nel bordello degli ultimi giorni di mercato non sono riuscito a centrarla questa cosa, ha preso Nocerino, ha giocato da top player e non ha avuto un rendimento inferiore a Snejider che l’anno prima ha vinto tutto e ha fatto cose importanti, ma è stato definito un top player? No, è stato definito come un reietto scaricato da una società e acquisito da un’altra con una formula dall’interregionale in su no? Son cose del calcio, il Palermo non credeva più molto in lui, c’era una vicenda contrattuale complessa e quindi il Palermo ha deciso di darlo all’Inter. Era un top player quando è stato acquisito? Oggi potete assimilarlo tra i top player perchè ha fatto 11 gol e ha dato una svolta potente al campionato del Milan. Con questo non voglio tirarmi fuori con un esercizio dialettico, ma dico che il top player è una definizione giornalistica, siamo tutti alla ricerca del top player, non c’è niente di polemico in ciò che dico io so che voi dovete fare il vostro lavoro e dovete dare nomi e cognomi alle cose, ma chi è il top player? Me ne potreste dire 50 ma sono ipotesi, noi vogliamo prendere buoni calciatori, ottimi calciatori, e stiamo cercando di farlo. Lo faremo e vi ricordo che la campagna acquisti è appena iniziata per noi e per le altre squadre. Faremo tutto quello che dovremo fare in sintonia con Zeman, che in questo caso ribadisco non farà da scudo alla Roma, non è che abbiamo preso Zeman perchè Zeman si accontenta. Quando io leggo o ascolto queste cose mi preoccupo molto per Zeman perchè qualcuno gli manca di rispetto, lui non è venuto fare a il tappabuchi e ad avvallare scelte perverse che la società potrà fare ma non vorrà fare. Zeman è venuto a fare l’allenatore della Roma ed è stata una scelta tecnica precisa, molto sofferta perchè noi abbiamo avuto il coraggio di ripristinare nel grande calcio un alleantore che negli ultimi anni non ha goduto di grande fortuna, tranne per l’incredibile grandissima impresa a Pescara, che ha influito molto nella nostra decisione, perchè vedere giocare il Pescara così e vincere, con chiarezza nel progetto, con voglia di fare e di attaccare e mettere sul piedistallo giocatori normali, salvo due o tre, questa cosa ci ha fatto scegliere Zeman ed è un’esclusiva scelta tecnica, non ci sono situazioni collaterali di cui abbiamo voluto fruire prendendo lui, anche se ammetto che Zeman ci sta molto aiutando con il suo carisma perchè la gente è molto motivata e si fida del suo operato. Ho risposto? Forse sono troppo logorroico stamattina. Volete risposte più secche? Ma con le risposte secche mi portate a dire una cosa invece dell’altra, e si svilisce tutto perchè il calcio è una più grande, una cosa complessa.
Mi sembra di aver capito che lei intenda il top player come giocatore utile alla Roma e non come grande nome che magari i tifosi aspettano?
Sì, ma io non apprezzo questa definizione, un conio del calcio che poi è stata assorbita dalla stampa e dagli addetti ai lavori, che in maniera molto riduttiva dicono che stiamo cercando il top player, Van Persie, Robben etc. Ma io devo confutare questa cosa, perchè il top player magari è sulla carta, la storia magari definisce questo aggettivo verso un calciatore, ma noi non abbiamo mai detto di voler andare su quel territorio, non sarebbe professionale definire o parlare di top player che hanno fatto un anno di panchina dopo esserte stati acquisiti, ma definiti all’unisono top player. Noi cercheremo ottimi calciatori, buoni calciatori, è quello che ho sempre detto.
Circa un mese fa Unicredit, per bocca di Fiorentino, un obiettivo l’ha fissato dicendo che la squadra deve competere se non andare proprio in Champions. Per questo le chiedo di quanti rinforzi ha bisogno la squadra?
E’ del tutto evidente che pensiamo tutti alla Champions, ma non posso dichiararlo come obiettivo. Come obiettivo dichiaro che si faccia, si costruisca, si assembli una squadra forte che vada a Milano, o altrove, anche in uno stadio meno suggestivo, e che determini, che faccia, che vinca possibilmente, ma che sia una squadra. L’anno scorso, e tengo totalmente fuori l’allenatore che gode ancora di grande rispetto da parte nostra, a volte non ci è riuscito. Certamente vorremmo evitare il precipizio, non vorremmo più giocare e perdere partite come l’anno scorso a Lecce, vogliamo essere competitivi e lo saremo, l’allenatore ha idee molto chiare su come affrontare questo campionato e anche con chi affrontarlo, tan’è che non ci sarà solo un’operazione, a parte un paio, che me lo prendo come mio vizio storico e costituzionale di acchiappare due giocatori senza dire niente a nessuno, ma tutto quello che faremo lo faremo con Zeman, perchè lui sa quello che vuole, sicuramente riuscirà a costruire qualcosa di importante.
Facendo qualche nome, in questi giorni si parla di Castan, un giocatore quasi della Roma…
Sì, non è stato perfezionato ma è un probabile giocatore della Roma…
Poi si parla di Bradley e Tachtsidis, può confermarli? Loro sono quegli ottimi giocatori di cui ha parlato o i tifosi possono aspettarsi qualche nome più roboante anche se non è detto che sia più funzionale al progetto?
Sì, se lo possono aspettare un giocatore più roboante, non top player, perchè in questa categoria si fanno indagini giornalistiche e si fanno liste di giocatori definiti top player e uno devo subire questa idea, no. Questi sono ottimi calciatori. Cito ad esempio Castan, che ribadisco non è un’operazione definita e basterebbe poco per farla saltare e ho avuto spesso e recentemente situazioni di grandissima conflittualità, situazioni di piccolo cabotaggio che non avrebbero cambiato la storia della Roma, però il calcio ci pone sempre di fronte all’incertezza finchè i documenti non sono firmati e depositati. Ma Castan, non dico che sarà il prossimo Thiago Silva, ma è un giocatore molto efficace, molto serio, sa lavorare nel reparto, è di piede sinistro, è un dominante ed è un giocatore importante in un reparto. Ma Castan stasera gioca la finale di Coppa Libertadores e io non mi permetto di dire a voi che siete esperti e guardate le partite, è molto cambiata la comunicazione, io so di avere di fronte una platea che potrebbe mettermi in difficoltà dicendomi cose di giocatori che magari io non conosco, anche se questo è improbabile ma potrebbe succedere; tutti voi sapete che la finale della Coppa Libertadores è un evento di portata sociale che mobilita milioni di persone, il Corinthians mi sembra sia la squadra più importante per la densità e per la tifoseria, ha milioni di supporters, giocherà contro una delle squadre storiche in argentina, il Boca Juniors. Se io vi chiedessi, ad esempio, com’è Piquè? Top player! E’ opinabile, certo che lo è, sono contento che si dica che è opinabile, però viene pensato da tutti quanti come un top player. Piquè ha giocato una finale di Champions League recentemente no? Perchè lui è un top player e Castan è una riserva per la Roma, quando la Copa Libertadores è un evento di una portata neanche immaginabile per la forza che ha e l’importanza che riveste? Perchè chi fa la finale di Champions League, avrei potuto dire altri nomi, Ivanovic, John Terry, ma perchè quelli sono top player e Castan, che per me non è un top player attenzione, che si è portato la croce del Corinthians sulle spalle fino alla fine deve essere definita una pallida riserva, pallida perchè è carioca non è paulista, ma una discreta riserva della Roma? La Champions League legittima i giocatori, li rende grandi e li rende top player, perchè la roba che succede a qualche metro da qua non deve essere pensata come un evento che costruisce calciatori di grande livello? Fatto salvo che io dico che Castan non è un top player, dico che è un ottimo giocatore.
Io personalmente non credo che sia una pallida riserva ma come lei dice non si può considerare ancora un top player, credo sia un buon giocatore ma credo che i dubbi della tifoseria non siano tanto sulle qualità tecniche di Castan, ma sulle potenzialità economiche della Roma che non può permettersi il Piquè della situazione ed è costretta a virare su quella che è considerata una copia del top player. Il dubbio è sulle potenzialità economiche della Roma, la gente ha curiosità di sapere che forza ha la Roma a livello politico ma soprattutto economico?
La Roma se si vuole creare una storia che abbia un seguito continuativo non può andare su queste operazioni. Tu sollevi il quesito ma hai già la risposta, Piquè non lo prenderai mai, se ti presenti con 100-120 milioni non lo prendi, non lo prende la Roma ma probabilmente neanche il Bayern o società con situazioni diverse dalla Roma potrebbero prenderlo. Spero che Fenucci non si offenda, ma voglio dire, la Roma sta ricostruendo la sua situazione economica finanziaria e amministrativa e deve farlo con i giusti mezzi altrimenti andremmo in un gorgo diverso. Io non voglio fare i conti in tasca, ma nel calcio in questo momento sta succedendo che le società che hanno la loro centennale attività stanno tutte cercando di lavorare in una certa direzione, io non gioco mai al ribasso, la Roma non sarà mai la Rometta, noi facciamo fatica a pensare che gli interventi nel calcio internazionale da parte di personaggi noti siano continuativi nel tempo, sono fibrillazioni suggestive del momento che poi si acquieteranno perchè poi l’attenzione magari sarà sulla Formula 1 da trasferire negli Emirati Arabi. Noi dobbiamo fare una politica seria, come tutte le altre società, ciò non vuol dire che saremo deboli, saremo forti. Io so che qualcuno mi dirà ‘perchè non abbiamo preso questo o quell’altro’, non lo abbiamo fatto non per un problema di acquisizione del giocatore ma di gestione del giocatore. La Roma, che ci garantisce l’autonomia e la facoltà di spendere soldi, non ci può garantire e non glielo chiederemmo di portare alla Roma stipendi da 12 milioni di euro, non sarebbe giusto neanche per la gente di Roma, che nell’imedioato direbbe ‘cavolo’, ma poi la gente che ha orgoglio da vendere… Poi vorrei parlare del tifo, che è un tifo complesso, dolente, strabordante, fatto di duemila cose che mi mette in una grandissima e gradevolissima difficoltà, perchè interfacciarsi con i tifosi della Roma è davvero difficile, c’è tanta Roma dentro tutti voi e noi, inizio a dire noi l’anno scorso non potevo, adesso posso dirlo perchè ormai sto diventando come voi, tifoso della Roma, faremo le cose giuste.
Bradley e Tachtsidis?
E’ impronunciabile lo sbaglio anche io Tachtsidis, ce lo faremo dire da lui se lo prenderemo! Su Bradley c’è un lavoro ben avviato, ma chiarisco subito che non è un’operazione di marketing, perchè io raccatto tutto, andando in giro, fumando una sigaretta qua, parlando con tutti ho un controllo delle emozioni, è un emozione che si sposa con la mia e capisco. Bradley mi permetto di dire che è un giocatore pragmatico, sicuro, sa giocare, sa voler vincere le partite e qualora l’operazione andasse in porto io ne sarei orgoglioso, qualora andasse in porto perchè non è conclusa. Tachtsidis, invece, devo ammettere, ma non lo faccio tanto volentieri perchè io preferisco assumermi la responsabilità diretta, però è una richiesta dell’allenatore e io mi fido molto di lui, si sta stabilendo un’empatia feroce che non è determinata solo dal fumo, lui mi ha detto ‘io prendo questo ragazzo e lo trasformo in un campione’, perchè ha i presupposti per poterlo essere, grande capacità di distribuzione palla, un piede sinistro felice, grande ricerca della profondità, passaggio interlocutorio, un discreto gioco aereo, e una sorta di piccola lentezza che l’allenatore ha deciso di trasformare in velocità. Siccome io mi fido di Zeman cercheremo di farlo, fatto salvo che Tachtsidis si aggiungerebbe a un numero di centrocampisti che io vi segnalo essere già abbastanza competitivo, perchè De Rossi e Pjanic sono giocatori della Roma, ora permettetemi uno sfogo. Io ho avuto l’impressione durante l’anno che in virtù di alcuni risultati negativi, ed è comprensibile, che quelli che io considero giocatori forti della Roma o fortissimi siano stati delegittimati. Ma che abbiamo giocatori scarsi? Pjanic è un giocatore reietto? Lamela, stor agazzino che si intorta da solo? Io l’ho sempre detto, se Lamela sarà una buca e non lo sarà, sarò stato tanto asino da dover lasciare la Roma. Lamela ha fatto 30 partite in serie A essendo un ’92, e mi è molto dispiaciuto vedere che in un momento di totale depressione dell’ambiente, compresa la vostra, non avete rilevato che Lamela nelle ultime cinque partite ha fatto tre eurogol. Lamela è sempre stato attaccato perchè è un giocatore che si avvicina poco e male alla porta, che ha pochi gol etc, ma nel frattempo il ragazzo, crescendo e cercando di capire quali sono le priorità nel campo, ha fatto quelli che io definisco eurogol, se andate a rivedere le immagini e vedere i gol a Lecce, Cesena e a Novara, dite chi è? E’ Lamela, un giocatore nostro, parlo di lui perchè per lui mi gioco la credibilità, ma Lamela è forte. Il vituperato Osvaldo è un giocatore forte, anzi fortissimo. Perchè siamo così depressi? Per la classifica? Ditemelo, non fate il borbottìo. Io quando vengo in sala stampa non faccio l’imbonitore, o la rubrichetta da venti minuti, io sono il direttore sportivo della Roma e anche il vostro visto che voi vi occupate di Roma.
L’atteggiamento di Osvaldo ci ha lasciato un po’ perplessi, non si mettono in dubbio le qualità del giocatore…
La Roma Montessori si comporta così! Cerchiamo di sdrammatizzare anche il nostro incontro. Vabbè ma a me che mi frega? Osvaldo è fortissimo, è un personaggio in cerca d’autore, è un ragazzo che ha una sua ricchezza interiore che gli fa fare una cosa per un’altra, vorrebbe essere quello poi improvvisamente vorrebbe essere qualcos’altro, ma è un grande calciatore, ha tutti i requisiti del grande calciatore, cerchiamo di volergli bene, cerchiamo di sopportarlo un pochettino. D’altronde ci sono in Italia esempi eclatanti di giocatori di grandissimo livello, un po’ bizzarri, vogliamo definirli così? Uno lo avete avuto qua… ma quando quei giocatori fanno un pallonetto, dribblano l’avversario e la ficcano dentro, che dite voi? Eh, è stato poco educato, poi ha dato una spintarella a Lamela, una bestemmiotta e che ci frega a noi?
Sì ma la Roma lo ha squalificato…
E’ un bieco tentativo di educarlo, e io lo voglio educare tutta la vita, per tutta la vita vorrei aiutarlo. Perchè quando Osvaldo fa il test sugli 80 metri l’allenatore mi guarda e dice ‘più veloce Osvaldo?’, che sicuramente non ha fatto niente durante le vacanze, ma che comunque arriva e va più forte degli altri! Allora vi dico una cosa, difenderò tutti i giocatori della Roma che possono essere difesi.
Nella scorsa stagione quando vi chiedevamo cosa mancasse alla Roma ci dicevate che cercavate professionalità ed esperienza, poi alcuni suoi colleghi manager hanno detto di puntare sui giovani di talento e prospettiva, sono posizioni conciliabili?
Sì, anche se a volte non succede ma non è che i giocatori giovani non possono avere personalità, non è solo il curriculum che fa personalità, è un modo di affrontare le situazioni in campo e nello spogliatoio. Però porteremo giocatori anche calciatori esperti che possano garantire comportamenti nel campo all’altezza della situazione, potranno farlo anche i giovani però, anche loro potranno portare personalità.
Osvaldo quindi è incedibile?
Sì, Osvaldo è incedibile.
Lei ha detto che la Roma ha giocatori forti e molti lo sono in effetti, ma il problema è stato anche come sono arrivate le sconfitte, una squadra con giocatori così forti è arrivata a livelli così bassi…
L’anno scorso è successa una cosa, c’è stato un momento in cui la Roma era in grande crescita e stava realizzando un progetto di gioco, ora voi ridete ma lo dico, che non era dissimile da quello messo in campo dalla Spagna contro l’Italia, un progetto giocare un certo tipo di calcio, con giocatori diversi ed esiti non perfettamente sovrapponibili. Siamo arrivati a un punto e me lo ricorderò per crescere, ma la partita di Bologna è stata un’opera d’arte calcistica che la Roma ha realizzato con carisma e la voglia di essere e fare qualcosa; nel mese di gennaio, non ripetendo quella prestazione, abbiamo comunque vinto partite mettendo in campo a tratti quel tipo di gioco. Nella Roma è successo qualcosa di cui siamo responsabili anche noi dirigenti. Poi la Roma ha disperso quella che si stava consolidando come idea di noi stessi, un’idea di poter fare qualcosa, è una responsabilità che assumo io e non solo io, dico noi.
Posso contribuire alla definizione di top player dicendo che sono giocatori già affermati e non su cui scommettere. Tornando al mercato Zeman ha detto attaccheremo ma la difesa l’anno scorso è stato un problema…
Ma io questo gliel’ho detto, gli ho detto che dobbiamo sistemarlo. Adesso è probabile l’acquisizione di Castan, che non è un top player ma stanotte giocherà la finale della Libertadores, un giocatore carismatico e molto considerato dal Corinthians che sta lottando per non perderlo. Non risolverà tutti i problemi, intanto recuperiamo Burdisso, e neanche lui ci risolverà i problemi ma vi segnalo che è mancato tutto l’anno, l’anno scorso. Prenderemo un altro difensore centrale, forse anche altri due, perchè voglio un reparto compatto, dentro al quale l’allenatore possa operare le sue scelte. Abbiamo presto questo ragazzino Dodò, che esalta il mio senso estetico del calcio, che non è riferito ai riccioletti o ai pallonetti, ma a una maniera di correre, di attaccare il campo, di scambiare la palla con i compagni, etc. Certo non posso pensare che oggi qualcuno di voi si alzi in piedi e si complimenti per Dodò, ma aspettatelo un attimo, con affetto soprattutto, come meriterebbero altri giocatori giovani della roma, perchè vi faranno divertire. Nel frattempo è rimasto il vituperato Josè Angel, ma intanto lui è qui, e non voglio scaricare sull’allenatore ma io devo ascoltarlo, e lui mi ha detto ‘lascia qua sto giocatore che è un po’ imbranato in certe situazioni (ma imbranato è un termina affettuoso) però c’ha tutte le prerogative del giocatore importante’. Non ha dimostrato di esserlo ma ha le prerogative, siccome l’allenatore mi ha chiesto questo, per adesso la coppia di terzini adesso è Josè Angel e Dodò, poi tra venti giorni capiremo meglio le conclusioni che trarrà l’allenatore. A destra stiamo prendendo un ragazzo, un calciatore forte, con caratteristiche diverse dagli altri correnti che ci sono, non sarà Van der Wiel, e vedremo come si comporterà. Abbiamo deciso di tenere Rosi ancora per un po’ anche perchè su di lui c’è un punto di domanda dell’allenatore che lo vuole valutare. Poi se mi sopportate torno a settembre,perchè il calciomercato non è ancora iniziato in realtà, è adesso per noi e per gli altri .
Ma qual è il nome alternativo a Rosi?
Hai deciso di non farmelo prendere! Se te lo dico non lo prendo più. Lo dico solo per dare indicazioni, stiamo facendo questo tipo di scelta. Dimmi tu un terzino destro italiano che prenderesti? Cassani? Ce l’ho avuto al Palermo io. Ogbonna? E’ un piede sinistro e un difensore centrale.
Lei prima diceva che Osvaldo è incedibile e in attacco la Roma ha tanti giocatori. Ma se la Roma dovesse prendere Destro sarebbe necessaria qualche cessione? Poi perché Tancredi non fa più parte dello staff tecnico?
Inizio dalla seconda che mi sta più a cuore perché Tancredi è un mio amico e un grande professionista, è stato deciso così perché Zeman vuole un certo tipo di preparazione sul portiere, ma Zeman non è che lo devo usare per giustificare le cose, abbiamo fatto una scelta noi società rispetto alle caratteristiche del lavoro, che sono di grande livello come la storia di Tancredi dimostra, oggi abbiamo bisogno di qual cosina… abbiamo fatto una scelta di impostazione perché Zeman vuole lavorare molto lui con i portieri e ci sembrava poco rispettoso sottrarre del lavoro a Tancredi, ma lo dico senza la solita retorica che serve per giustificare un allontanamento, lui è un grande amico e un grande professionista. Destro forte calciatore conteso tra Siena e Genoa, sono in una situazione non penso litigiosa, lui è del Siena dal punto di vista dei diritti federali, al 50% con il Genoa. Credo esista una diatriba, un confronto costante tra le due società, la Roma è semplicemente vigile rispetto alla sua situazione, solo vigile per adesso, se tante volte gli capitasse di poter intervenire nella vicenda lo farà ma mi sembra una cosa troppo complessa.
L’anno scorso lei ha parlato di rivoluzione culturale…
Sì, per me è ancora in atto, la sto facendo anche oggi.
La società chiedeva pazienza alla piazza…
Chiedevo complicità…
Sì, poi però anche la piazza si è un po’ stancata. Adesso è il contrario, con Zeman la Roma vuole tornare subito a vincere. C’è stato questo salto e perché? La piazza forse non sa aspettare, lei prima parlava di un percorso quinquennale. C’è fretta di tornare a vincere? Può fare anche il punto su Borriello e Pizarro e su cosa pensa Zeman di questi giocatori?
In parte ho introdotto prima questo argomento, noi ci sentiamo dentro neanche forse a metà di questo percorso, la stampa, doverosamente attenzione, mi permetto di dire è quella che porta a definire una cosa in fretta, nel senso a dire si sta conclamando un fallimento. Credo che la gente ne prenda atto perché è la vostra opinione, e viene un pochino accolta anche dalla gente. Ma non c’è niente di incoerente tra quello che sto dicendo oggi e quello che ho detto un anno fa, quando dico che vogliamo migliorare lo dico facendo delle scelte, di fronte a un girone di ritorno non esaltante è normale pensare ma dove stiamo andando, ma io lo so, stiamo andando verso una Roma che può essere competitiva con tutti e sono certo che ci riusciremo. Borriello e Pizarro stanno lavorando con la squadra, sono giocatori della Roma e qui si impone un giudizio dell’allenatore e anche il nostro, sono giocatori che qui hanno fatto cose importanti ma che la storia sta un pochettino emarginando, la storia evolutiva della società, non scaricheremo responsabilità su nessuno, ci aspettiamo anche una presa di coscienza da parte dei giocatori per dire ‘ ci siamo o non ci siamo dentro questo vituperato progetto?’, valuteremo la situazione e ci confronteremo con loro nei prossimi giorni.
Con l’addio di Tancredi e di Lo Monaco, si è detto che nella Roma è iniziato un processo di ‘sbaldinizzazione’, e che lei sta acquistando potere, è così? Cosa vuole Zeman?
Vuole una squadra, ma te lo dico dopo perchè è una cosa complessa. La ‘sbaldinizzazione’ è davvero una cosa che posso anche capire che succeda, io non devo prendere il potere perchè ce l’ho già avuto dall’anno scorso, il calcio lo faccio io insieme a Franco in totale sintonia, lui ha grandissime qualità che io non ho, è più elegante e bello, ma sa fare il calcio, è un grande dirigente, è molto preciso in quello che fa, ha relazioni che sa coltivare, ogni tanto un battibecco ci viene fuori, ma io non devo acquisire potere, io sono direttore sportivo e lui è il direttore generale, lavoriamo bene insieme, devo anche ringraziarlo pubblicamente perchè sopporta qualche mia fibrillazione intellettuale. Andiamo molto d’accordo e sono molto contento di lavorare con lui, è un uomo necessario alla Roma, e le cose che sono successe rispetto a certi collaboratori sono cose normali nel calcio, dove gli aggiustamenti sono di tutti i giorni. Ho sentito dire che c’è conflittualità tra di noi, ma io sono conflittuale con i familiari, succede con tutti. A volte con lui ho motivo di scontro ma senza scontro non succede niente. E’ necessario alla Roma e resterà a lungo. Zeman mi ha chiesto di mettere in campo una Roma bella, efficace, offensiva, che abbia soluzioni, che possa far divertire la gente, di poter confermare ciò che lui è, di potersi offrire alla gente della Roma con le sue caratteriostiche; insieme troveremo la soluzione per farlo.
Due top player che sono Totti e De Rossi, hanno parlato di grandi investimenti da fare per questo mercato, lei come risponde? E poi perchè Zeman non è stato preso l’anno scorso?
Allora lo sai che abbiamo i top player! Non sono tenuto a rispondergli al massimo li ricevo nel mio ufficio che è il bar dello sport e ci chiariamo. Loro sono i top player della Roma e devono condurre per mano calciatori altrettanto forti ma che non sono consolidati come loro. L’orgoglio mio di direttore sportivo, mi permettete, la Roma i giocatori ce l’ha già, altri arriveranno. Io non posso pensare che Osvaldo sia un giocatore da abbattere perchè ha dato una spintarella a Lamela, che Pjanic sia un giocatore così o una buona riserva, se fosse così lo vendiamo subito a 25 milioni. Io non voglio che i giocatori siano vituperati a Roma e celebrati altrove. Io li voglio celebrare insieme a voi a Roma. Baldini osserva, vigila, fa come faccio io, per capire la strada migliore dei giocatori, ma non c’è nessuna idea di disfarsi di Osvaldo. Zeman non è stato preso prima perchè non era nei nostri pensieri, l’anno scorso abbiamo fatto un’altra scelta, ossia importare a Roma un certo modo di fare calcio, ci siamo riusciti in parte ma ha lasciato qualcosa nei giocatori, ma ora Zeman giocherà un altro tipo di calcio, nessuno ha pensato a lui l’anno scorso, Zeman ha avuto il coraggio e la qualità di tirarsi fuori da una situazione di oblio, da un declino professionale, imponendo un gioco, una squadra e una classifica. Io lo ammiro in maniera viscerale perchè ha fatto qualcosa di grandioso e noi abbiamo preso atto di questa cosa, l’anno scorso sarebbe stato difficile proporlo.
Baldini però ha detto che Zeman era stato contattato per il settore giovanile..
Certo, questo dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che Zeman è sempre stato rispettato da noi, noi lo abbiamo contattato per il settore giovanile ma per fortuna ha rifiutato, per fortuna per lui che ha potuto ricostruire la sua storia potente; poi abbiamo contattato Francesco Rocca, perchè intervenisse ed entrasse a far parte dello staff in un ruolo che lui non ha accettato, avrei voluto che lui fosse stato l’allenatore degli allenatori giovanili.
Oltre a Tancredi non ci sarà più Silvano Cotti: volevo chiedergli come mai. Sul terzino destro di cui parlava ci può dare un’anticipazione? E’ italiano?
No, non è italiano.
Rosi e Josè Angel? Kjaer non è stato riscattato per una bocciatura di Zeman?
No, è una decisione che ho assunto io, che l’ho voluto portare a tutti i costi, ma non ho voluto rinunciare a lui perchè è un giocatore modesto, ma perchè ha dovuto sopportare una sfortuna cosmica, i suoi cinque-sei errori importanti si sono trasformati in una tragedia per la Roma e questo creava un presupposto importante per lui. Altri errori sono stati commessi da altri giocatori, ma i suoi sono stati errori importanti e non sarebbero stati un buon viatico, anche se nelle ultime partite ha giocato ad alti livelli, ma ho avuto paura per lui che poi il primo errore sarebbe diventato tombale quindi ho preferito rinunciare. Cotti? E’ una scelta della società, ci sono delle dinamiche interne, abbiamo voluto cambiare qualcosa, rispettando molto il professionista, un uomo che ha lavorato per la Nazionale e che ha lavorato bene per noi, ma a volte si instaurano dinamiche non costruttive per il centro sportivo e poco sopportabili. Abbiamo preso questa decisione dolorosa come le altre, perchè per quanto mi riguarda io difendo sempre le persone.
Da quando lei è in carica ha acquistato solo giocatori all’estero, a parte Borini, come mai? C’è una difficoltà nel mercato italiano? E’ più facile prendere un giocatore che gioca la Libertadores piuttosto che uno della Serie B, ossia è più facile prendere Castan di Ogbonna?
Intanto avrai rilevato che Borini l’ho preso e gli altri no, ed è italiano. Il panorama italiano non esprime una grande scelta per una questione di densità, i pochi giocatori che ci sono sono difficilmente raggiungibili. Ogbonna sarebbe piaciuto all’allenatore e anche a noi, ma ha una valutazione incongrua secondo me, ho ritenuto di non fare un investimento per un giocatore che ha giocato solo in Serie B, anche se rispetto molto Ogbonna e lo considero un grande giocatore. Si parla di situaizioni difficili da affrontare in Italia, anche per un giocatore di serie B. Con questo non rinunceremo, perchè siamo tra le poche società importanti che hanno preso un ragazzo che non andava neanche in panchina e mi pare che abbia fatto molto bene per la Roma, un ’91 italiano.
Abbiamo elogiato su tutti in fronti Zeman, c’è qualcosa che magari non condivide di Zeman o che la preoccupa?
Ci sono delle cose sulle quali certamente ci confronteremo e per le quali esprimerò la mia opinione, poi lui la metabolizzerà o la razionalizzerà come crede, per adesso posso dire che Zeman (e non siamo amici da vent’anni, l’ho conosciuto adesso) mi tranquillizza molto, capisco che lui abbia la voglia di confrontarsi e che ha le sue idee feroci e avanguardistiche, che sono ancora avanguardistiche e lui è stato speciale in questo; ci confronteremo sulle cose che io non capirò senza la pretesa che lui modifichi le sue idee. Ma c’è grande empatia, sarà per una questione di tabagismo!