RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Andrea Elefante, Mirko Graziano) – Supercoppa a serio rischio. Nel mirino la gestione dell’infortunio in Nazionale…
Non serviva l’esito degli esami: bastava vederlo camminare ieri mattina. Anzi, zoppicare. Ieri sera, la certificazione dell’infortunio di Giorgio Chiellini: stiramento tra il primo e il secondo grado al polpaccio; 35-40 giorni di stop, preparazione che scatta con l’handicap e Supercoppa italiana seriamente a rischio. Ore 9.30, aeroporto di Fiumicino: il gruppo di torinesi della Nazionale si avvia al gate del volo Roma-Torino. Davanti a tutti c’è lui, Chiellini: seguono a ruota Marchisio, Giovinco e Ogbonna. Erano “cotti“, come ha ammesso Prandelli, quasi tutti gli azzurri: figuriamoci lui che aveva appena recuperato miracolosamente da un altro infortunio, al flessore. E proprio questo alla Juve è andato giù così così.
Juve perplessa. Il k.o. del Chiello non è stato accolto benissimo a Torino. I segnali di distensione fra Figc e corso Galileo Ferraris sono reali, e in casa Juve resta massima la disponibilità verso la Nazionale, “per noi è un motivo di grande orgoglio dare a Prandelli così tanti giocatori”, hanno più volte dichiarato Conte e Marotta. Ma la gestione di Chiellini in Polonia e Ucraina non ha per nulla convinto la dirigenza bianconera: il recupero-lampo dopo lo stop contro l’Eire, la faticaccia con la Germania e la convinzione che il ragazzo fosse in generale parecchio ‘carico’ a livello muscolare prima della finalissima, visto che lo stesso flessore lesionato contro l’Eire non è stato trovato in buone condizioni negli esami di ieri sera. Juve seccata, ma l’impressione è che lo stesso Chiellini non avrebbe mai rinunciato alla gara di Kiev.