RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Andrea Elefante) – Il nostro c.t. è imbattuto nelle gare ufficiali: 9 vittorie e 5 pareggi. “A Balotelli come agli altri dirò una cosa: creare, creare, creare”…
Lui non ha mai perso e noi contro di loro non abbiamo mai perso nelle gare che contano. Cesare Prandelli ne avrebbe abbastanza per esorcizzare la legge dei grandi numeri, se non fosse che può essere una forza anche il passato. Il suo azzurro è una striscia che si srotola lungo 14 partite, nove vinte e cinque pareggiate, ma è un altro vissuto quello che preferisce stringere forte in mano: non un amuleto di quelli che si strofinano per scaramanzia, ma l’essenza di una scelta.
Grandissima serenità. Dunque diceva ieri il c.t.: “Abbiamo solo un’arma che è il nostro gioco e a questo punto non possiamo tornare indietro, snaturare due anni di lavoro: sarebbe immaturo, arrivati al momento della verità, giocare in modo diverso da come abbiamo fatto fino ad oggi. Magari rischieremo qualcosa, ma saremo noi”. Anche se loro sono più giovani, segnano di più, sono più riposati e arrivano da 15 vittorie consecutive: “E allora cosa facciamo, andiamo a casa? No, sarà una gioia affrontarli: con grandissima serenità e la convinzione di poter giocare la nostra partita. Non credo abbiano paura di noi per colpa dei precedenti: sono migliorati sotto tanti punti di vista ed è questa la loro sicurezza. Ecco perché vedo una sfida affascinante: a me viene questo aggettivo, altri fatemeli leggere voi perché non ho molta fantasia”.
Sì, ho fatto il pisolino. Tranne che quando sogna: “Se lo faccio, solo cose fantastiche. Non già la finale perché sono concentrato solo sulla Germania, ma per domani sera sogno una serata magica, meravigliosa”. E intanto ammette il ‘peccato’ già confessato alla vigilia di Italia-Spagna: “Un po’ mi vergogno, ma prima di venire qui mi sono fatto il solito pisolino”. In effetti la faccia di Prandelli è quella, gli occhi anche: accompagnano bene la parola serenità. Perché il c.t. ha studiato la Germania e “il suo modo di giocare molto marcato”. Perché “ne conosco i pregi” (e non aggiunge la parola difetti). Perché sa che alla Germania potrebbe non bastare aver studiato l’Italia: “Il nostro centrocampo ha qualità, tecnica, fantasia e anche forza: essere scolastici sarebbe limitativo, anche stavolta cercheremo movimenti che ci diano superiorità lì in mezzo. Ma ogni gara è una storia a sé: ci verranno a pressare alti, dobbiamo avere la forza e la personalità anche per palleggiare basso”.
In area senza ansia. E pure per non sentire la stanchezza: “Abbiamo recuperato: stiamo bene mentalmente e fisicamente. C’è ancora l’adrenalina di tre giorni fa, non abbiamo pensieri negativi: così la stanchezza sparisce”. E per segnare un po’ di più, magari: “Cosa posso dire ai miei attaccanti? Fate più gol? Sarebbe banale”. E allora Prandelli manda un messaggio delicato a Balotelli: “Non ho difficoltà a comunicare con lui: solo la curiosità di capire che emozioni può provare un ragazzo di vent’anni, ma anche che sacrifici è disposto a fare per diventare grande. A lui come a tutti dirò di provare a trovare sempre il pensiero giusto in area, perché a volte è l’ansia che ti frega. E poi di creare, creare, creare”. Lo dice da due anni, e tornare indietro non si può.