RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Luigi Garlando) – I nostri rivali vengono da 15 vittorie di fila in gare ufficiali, ma non ci hanno mai battuto in Europei e Mondiali. Spazio a Cassano-Balotelli. Chi vince trova la Spagna…
Caramboliamo tra ricordi che ci fanno girare la testa. Il triangolo Italia-Polonia-Germania richiama alla mente semifinale e finale del trionfale Mundial ’82; Buffon, De Rossi, Pirlo e Barzagli sono qui a rammentarci che nel 2006 eravamo campioni del mondo, anche grazie a una semifinale vinta sui tedeschi; la stanchezza dei supplementari con l’Inghilterra ha rinnovato l’epica di Italia-Germania 4-3.
Germania super. La leggenda Italia-Germania in realtà è un librone che amiamo sfogliare solo noi e che i tedeschi hanno stivato in soffitta. In una grande manifestazione la Germania non ci ha mai battuti ma, come ha proclamato ieri, Löw, vuole cambiare la storia e mai come stavolta ha in mano le carte per farlo. Una squadra progettata con intelligenza, raccogliendo i talenti migliori della Germania multirazziale e covata nel tempo per dare una solida identità di squadra, è arrivata al punto più alto di maturazione, dopo il terzo posto in Sudafrica, grazie anche all’esperienza acquisita in grandi club, dal Bayern Monaco al Real Madrid. I numeri rendono l’idea: 15 vittorie consecutive nelle ultime partite ufficiali, record mondiale. Al bilancio dopo i quarti, la Germania contava il miglior attacco (9 gol) ed era seconda solo alla Spagna (61%) nel possesso (57%). Quindi sa tenere palla, ma anche affondare con un cinismo a noi sconosciuto: se all’Italia sono serviti 50 tiri in porta per farne 4, ai tedeschi ne sono bastati 33 per farne 9.
Coniglio. Riassumendo: loro sono più giovani, più forti, più riposati, fanno più gol. Dove andiamo? A casa, se il calcio fosse matematica e contassero solo i numeri. Invece è un’arte molto più raffinata, come ha dimostrato Pirlo dal dischetto. Abbiamo tutte le armi tecniche per intimidire anche la Germania. Per questo fa bene Prandelli a progettare una gara coraggiosa. Se li aspettiamo e concediamo loro l’euforia dell’assedio, li rendiamo più forti. Al contrario, se riusciremo a tenere palla e magari a segnare un gol in fretta, la Germania potrebbe sentirsi di colpo all’Azteca o a Dortmund, frenata dai traumi storici che le abbiamo imposto. Siamo onesti: l’impresa è tosta. Ma è già una vittoria provarci.
Cassano. Ma non sarà facile perché, rispetto all’Inghilterra, l’asticella si è alzata di brutto. I soldatini di Hodgson ci aspettavano contenti di mezz’oretta di possesso palla; i tedeschi, ne pretendono il doppio. Gli attaccanti sono educati al recupero immediato. Verranno ad aggredirci davanti a Buffon e lì si deciderà la partita. Se Pirlo sarà il solito Houdini, capace di liberarsi dalle catene e se soprattutto i suoi collaboratori sapranno sostituirlo in costruzione, la nostra partita prenderà una buona piega. A quel punto sarà importante verticalizzare in fretta e qui Cassano, sul quale Prandelli punterà ancora, potrebbe incidere col suo genio, anche se di breve durata.
Storia. FantAntonio non si troverà soffocato nel sandwich del 4-4-2, tra linee strette, come con l’Inghilterra, avrà più spazi per creare, soprattutto se girerà al largo dello scoglio Khedira-Schweinsteiger. Innescato con tempismo, Balotelli può far male a una difesa abbordabile. Cassano detta meglio di Diamanti che, più tonico, potrebbe immettere gamba più tardi. A un attacco sempre in gol nelle ultime 20 partite, ispirato da Özil e affilato da Klose, opponiamo una difesa che ha subìto solo 4 reti negli ultimi 14 match ufficiali, potenziata dal recupero di Chiellini. E poi abbiamo il ‘berlinese’ Buffon che i tedeschi temono come un totem. E se Löw se la tira per le 15 vittorie, il nostro c.t. ha messo in fila 14 risultati utili ufficiali. Loro più forti, più giovani, più riposati: questa è cronaca. Ma noi siamo la storia. Con coraggio e cervello possiamo farla rivivere. La Spagna campione d’Europa e del mondo ci aspetta in finale. Noi ci crediamo ancora.