RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Alessandra Bocci) – Ronaldo non è riuscito a portare i suoi in finale. E non ha tirato neanche il rigore…
E Ronaldo non li ha portati via. Non li ha portati lontano da quell’incubo del 2004, una finale persa nel più incredibile dei modi. Non li ha portati lontano dal ricordo fresco del 2010, quando il Portogallo venne punito agli ottavi di finale del Mondiale da un gol di superbomber Villa. Il Portogallo piange ancora e piange Cristiano Ronaldo che correva anche per se stesso. C’era una leadership all’interno del Real Madrid da rafforzare, soprattutto c’era da continuare la corsa al Pallone d’oro. Ronaldo invece si ferma qui, sul prato di Donetsk, bagnato spesso come piace agli spagnoli e non solo. Sospira: “Ingiustizia”. Poi aggiunge: “Sono contento dell’europeo del Portogallo, ma ora sono triste perché abbiamo perso la grande occasione di andare in finale“. L’Europa non regala altre sorprese dopo la finale di Champions League. Le sorprese brutte, ai rigori, quest’anno sono capitate tutte a Ronaldo.
Duelli. La sua partita è andata come si immaginava: colpi bassi fra compagni di squadra, gesti di stizza, ammonizioni a pioggia. Paulo Bento non ha l’aplomb di Del Bosque e salta dalla panchina a ogni fischio dell’arbitro con la faccia stravolta. Il Portogallo è nervoso, sente che qualcosa può accadere ora o probabilmente mai più. Il tempo corre. Ronaldo, che si era riscaldato simulando decine di calci di punizione, non trova l’effetto giusto. Si mette davanti alla palla come un cowboy, 5 passi indietro, poi la faccia che fissa il bersaglio, e uno si aspetta che da un momento all’altro tiri fuori la Colt per colpirlo. Ma il k.o. per gli amici-nemici non arriva.
Botte e sorrisi. Nessuno lo tratta con delicatezza. Sergio Ramos lo blocca a spallate e si prende un cartellino giallo. Tanti lo stendono, lui si rialza con il sorriso, ma l’espressione diventa sempre più rigida. E quando arriva la palla buona a un minuto dalla fine dei tempi regolamentari, il viso non è più liscio. Ronaldo ha gli occhi smarriti e l’amico Piqué lo riporta più volte sulla terra. Il destino lo conduce fino ai calci di rigore, che per Ronaldo non sono una cosa bella. Ha perso ai rigori l’ultima semifinale di Champions, sbagliando per primo. E non era la prima volta che gli capitava.
Emozioni. Quando arriva il momento, il Portogallo si chiude in una mischia e cerca le parole giuste per vincere la paura. In fondo, nel 2004, la finale arrivò anche superando l‘Inghilterra ai rigori. C’era Ronaldo e quella volta non sbagliò. Questa volta invece non arriva neppure a tirare, perché gli altri falliscono prima. La corsa si ferma qui, con la maglia sporca di fango e le lacrime ricacciate negli occhi. Sibila due volte dopo il rigore di Alves: “Ingiustizia“. Tanto correre per poi tornare a casa come uno qualunque.