EURO 2012. Così GIGI ha cancellato la paura del dischetto

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Andrea Elefante) – I rigori non sono così maledetti per Gigi Buffon…

 

Chi lo ha guardato in faccia in quei momenti, ha capito prima come poteva finire. Proença aveva appena fischiato il 120′ e Gigi Buffon stava già sorridendo, dando pizzicotti sulle guance a Gerrard e pacche sulle spalle ai compagni, scuotendo sguardi timorosi, distribuendo parole che parlavano di vittoria. Come se sapesse già che stava per custodire due nuove consapevolezze. La prima: i rigori non sono poi così maledetti per lui. Venerdì aveva detto: “Così ho vinto due volte e perso una volta”, dimenticando una sconfitta; adesso sì che è in vantaggio con la sorte e con quegli 11 metri, anche se, come ha scritto ieri su Facebook, “molto abbiamo fatto, ma molto resta da fare”.

 

Quattro su cinque. La seconda consapevolezza, ancora più personale: ci sono etichette che ci si ritrova addosso senza un senso, tipo Buffon è il migliore del mondo, ma non para rigori”. Non saranno la sua specialità, ma quattro volte su cinque ne ha fermato almeno uno e l’unica volta che non successe fu a Berlino nel 2006, traversa di Trezeguet e Ashley Young ha tirato un rigore fotocopia di quello del francese. Chi sbaglia un rigore si fa sempre un po’ ipnotizzare e nel tempo Buffon ha detto “a me gli occhi” a Seedorf e Kaladze nella finale di Champions persa nel 2003; a Brocchi per vincere la Supercoppa italiana nello stesso anno; a Trezeguet per diventare campione del mondo sei anni fa; a Guiza nei quarti dell’Europeo 2008 contro la Spagna per l’ultima illusione prima dell’errore di Di Natale e del gol di Fabregas. Lo ha detto a Ashley Cole l’altro ieri sera: rigore calciato malissimo, ma Buffon lo aveva studiato in video e sapeva come lo avrebbe tirato. Che lo avrebbe tirato proprio lì.

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