Zio Roy comincia però ad averne abbastanza di un’Inghilterra descritta, come si legge dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, squadra attendista e poco spettacolare. «Se non vinciamo a livello di nazionale dal mondiale del 1966, ci sarà una ragione – ha detto ai suoi collaboratori -. Qui bisogna mettersi d’accordo: vogliamo tornare a conquistare qualcosa, o dobbiamo essere l’eterna delusione?». Ma poi c’è la storia personale di Hodgson, il più sacchiano tra gli allenatori inglesi, il più italiano tra i britannici. Il suo 4-4-2 è una diga. La cura dei movimenti della difesa è ai limiti del maniacale. Zio Roy fa anche un altro ragionamento: «Con Rooney abbiamo sempre un gol in canna. Si tratta solo di aspettare il momento giusto per colpire». […] Hodgson ha già lasciato intendere che la musica sarà questa: «Cambierà l’approccio rispetto alla fase eliminatoria perché stavolta è la classica sfida dentro o fuori, ma non cambierà il nostro atteggiamento. Stiamo studiando l’Italia, abbiamo visto i video e nelle prossime ore i giocatori ne vedranno altri. Darò un consiglio e un suggerimento a ciascuno di loro. I rigori? E’ un errore impostare la gara puntando su questa soluzione. Ci siamo preparati per questa evenienza, ma dobbiamo risolvere prima la faccenda».