Alla vigilia dell’attesissimo quarto di finale di Euro 2012 tra Italia e Inghilterra parla Paolo Di Canio, uno che conosce bene entrambe le scuole calcistiche
Quale, tra Italia e Inghilterra, sarà la nazionale che andrà a sfidare la Germania nelle semifinali di Euro 2012? Difficile dirlo alla vigilia, ma il manager dello Swindon Town Paolo DI CANIO, ex bandiera della Lazio, conosce bene entrambe le squadre e le culture calcistiche che si affronteranno domani a Kiev per il terzo quarto di finale di Euro 2012. L’ex bomber biancoceleste, che in Gran Bretannia ricordano molto bene con la maglia del West Ham, ha parlato alla BBC Sport delle sue sensazioni alla vigilia di Italia- Inghilterra e del nuovo tecnico inglese Roy Hodgson. Queste le parole di Di Canio:
SUL GIOCO DI HODGSON– “E’ ovvio che l’Inghilterra gioca in un modo che può mettere in difficoltà l’Italia. Hodgson è una vecchia volpe e la sua squadra gioca come una squadra italiana degli anni ’80, con un approccio difensivo molto accentuato. L’Inghilterra finora ha fatto un buon cammino, aiutata anche da un po’ di fortuna, proprio come l’Italia del resto. L’Italia è molto simile all’Inghilterra, anche se forse può contare su individualità di maggior fantasia: penso a giocatori come Pirlo, Cassano, Balotelli”.
EQUILIBRIO IN CAMPO– “L’inghilterra può rivelarsi un osso molto duro per gli azzurri e la gara può rivelarsi un bello spettacolo per il pubblico. Tutto è possibile in una gara così equilibrata, non vedo uno scarto di due o tre gol o una vittoria facile da parte di una delle due compagini. Sarà una battaglia dura per tutti i 22 in campo, soprattutto dopo una lunga stagione con le rispettive squadre di club: sarà dura correre, pressare e giocare al meglio per 95 minuti. Sarà senz’altro una gara equilibrata che potrebbe molto probabilmente finire ai tempi supplementari”.
“Steven Gerrard ha la personalità per guidare i suoi anche contro l’Italia. Ho l’impressione che solo facendo qualcosa di speciale una delle due squadre possa accedere alle semifinale. Serve la prodezza dei singoli, insomma. Gli Europei sono un torneo molto breve nel quale i calciatori devono dare tutto, soprattutto perché si gioca ogni quattro anni e per alcuni giocatori questa potrebbe essere l’ultima partecipazione. Bisogna andare oltre i propri limiti in partite come quella di domani sera”.
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