GAZZETTA DELLO SPORT- Micolucci «Se Gegic parla sono dolori. Spendevo ventimila euro al mese, oggi vivo con 500 ma mi sento libero. E vorrei una chance»
Uno stralcio dell’intervista della Gazzetta dello Sport a Vittorio Micolucci, pentito del Calcioscommesse: Vittorio Micolucci ha barba incolta e occhi umidi. Azzurri come il mare che da queste parti si ritaglia angoli di paradiso: calette inaspettate nascoste dai verdi boschi del Conero. Un rifugio per pochi. Ma nessun rifugio è così isolato per chi ha permesso all’inchiesta sul calcioscommesse di scavare nelle profondità del marcio. […] Perché si è ritrovato nei guai? «Sono stato un coglione a infilarmi in questa storia, a mandare all’aria un vita fortunata. Fare il giocatore professionista ti fa perdere la percezione della realtà: spendevo 20 mila euro in un mese, tutto quello che guadagnavo. Anche di più. Vestiti, donne, locali, ristoranti, macchine, viaggi. Soprattutto vestiti». […] Allora ha ragione Gegic quando dice che non doveva faticare a convincere i giocatori… «Sì, credo dica il vero. Gli “zingari” hanno fatto saltare il banco, ma il tavolo era pieno. Altro che 40 sfigatelli… Tra combine e puntate proibite forse bisogna aggiungere uno zero». […] Quanti sono i calciatori coinvolti ancora nell’ombra? «Credo molti, anche in A. Se Gegic parla sul serio sono dolori». Lei che idea si è fatto? «È difficile che si scopra tutto. Ci sono di mezzo troppi interessi. Non mi stupirei se rimanessero coinvolti dirigenti importanti. A un presidente conviene investire 400 mila euro per una gara o rischiare di retrocedere perdendo milioni? Se a questo aggiunge una mentalità sbagliata che ti fa considerare “normale” queste cose, avrà la risposta. Per non parlare delle scommesse. Può sembrarle strano, ma ha ragione Platini: chi cede alle tentazioni non deve più giocare. E squalifiche pesanti anche per chi sa e non denuncia».