RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Mirko Graziano) – Il c.t. Prandelli smorza l’entusiasmo: “Guai se la testa non va subito alla prossima avversaria”…
Individuato il pericolo, Cesare Prandelli prende di petto la sua truppa: “Quella contro la Croazia è la gara chiave. E’ l’avversaria più complicata, l’ho detto fin dal giorno del sorteggio. Mi aspetto insidie ovunque. Dovremo arrivare ancora più preparati rispetto alla Spagna. I tanti complimenti fanno piacere, vanno però subito dimenticati. Se la testa non va subito alla prossima avversaria sono guai”.
Pochi cambi. La Spagna senza punti di riferimento, la Croazia con due attaccanti puri, “ma non chiedetemi adesso come giocheremo giovedì, ho bisogno di verificare le condizioni fisiche e mentali di ogni ragazzo — continua il c.t. azzurro —. Mi prendo un giorno prima di pensare a sistema e uomini”. L’impressione è che si andrà avanti con il 3-5-2, e forse anche con l’iniziale undici di domenica sera. Il fatto è che così, sulla carta, si parte con un cambio sicuro (Cassano garantisce per ora poco più di un tempo ad alto livello) e un secondo a rischio (Balotelli, dal punto di vista disciplinare, è una mina vagante). Il problema? L’impossibilità, o quasi, di intervenire a gara in corso su entrambi gli esterni, che in un 3-5-2 sono chiamati a un lavoro massacrante: domenica sera, per esempio, Maggio e Giaccherini hanno chiuso in chiaro affanno. Insomma, c’è sempre Mario come ago della bilancia. Prandelli fa scudo: “Se siamo equilibrati in ogni reparto, si fatica tutti molto meno”. Già, ma Balotelli? “Si tratta di un ragazzo di 22 anni, che sta percorrendo la strada verso la maturità. Gli chiedo di non sentirsi obbligato a risolvere le partite da solo. Deve pensare a dare profondità. Contro la Spagna l’ho visto troppo attento a tenere la posizione. Il gol mangiato? Mi ha detto che cercava Cassano, e non si era accorto del recupero di Sergio Ramos. In precedenza, però, aveva fatto una cosa da giocatore vero, la palla se l’era riconquistata da solo, con autorità e potenza da campione. Sì, forse sente un po’ di pressione, è anche naturale: per la prima volta deve infatti dimostrare a tutti le potenzialità che gli vengono riconosciute. Stia però tranquillo. E, ripeto, faccia le cose semplici. E’ il modo migliore per prepararsi a non sbagliare un’altra occasione come quella fallita appunto domenica sera”. Intanto, José Mourinho (presente a Danzica) ‘lancia’ l’Italia verso il titolo, ma allo stesso tempo boccia Mario. Prandelli dribbla: “Un parere autorevole, che non commento”.
Totò e il ‘libero’. La stampa estera (ieri presente in maniera massiccia a Casa Azzurri) non si spiega perché Di Natale sia rimasto fuori dal giro azzurro negli ultimi tempi, e forse perché oggi debba fare la riserva a un Balotelli così. “All’inizio del mio cammino in Nazionale — chiude il c.t. — si è pensato a ridisegnare la squadra in prospettiva, ma ho sempre detto che a ridosso dell’Europeo avrei preso in considerazione tutti là davanti, anche i più esperti o anziani se in grande forma. E sapevo che Totò non avrebbe avuto problemi: gioca tra le linee e attacca la profondità come nessuno. Pirlo gli ha dato una grande palla, ma lui ha fatto un movimento da fenomeno per smarcarsi. Merita una maglia da titolare? Non ci sono gerarchie prestabilite nella mia Nazionale”.