EURO 2012. BALOTELLI si o no?

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Luigi Garlando) – Mario è già un caso ma Prandelli è pronto a dargli un’altra chance…

(getty images)

 

Fenomenologia di Mario Balotelli in cinque immagini da Danzica.

La rabbia. Minuto 34 del primo tempo di Spagna-Italia. Cassano tira, Casillas respinge, Balotelli si avventa sulla palla con Piqué, l’arbitro fischia contro l’azzurro. Mario, indispettito più per lo sfumato tap-in che per la decisione, si inginocchia e pesta tre pugni violenti a terra. Dopo mezz’ora difficile di una partita che avrebbe voluto marchiare con le sue giocate, Mario cede al nervosismo. Spesso perde il pieno controllo dei nervi. Gli avversari lo sanno e, non di rado, provocano ad arte, specie chi lo conosce meglio.
La lotta. Minuto 36 del primo tempo. Balotelli si avventa per contendere un pallone ad Arbeloa. La palla tra sé e l’avversario: una situazione spesso a rischio per Mario, che diventerà un altro giocatore quando riuscirà a concentrare tutte le attenzioni solo sul pallone, a ridurre il calcio a un gioco, non a una lotta. Invece l’istinto gli suggerisce spesso di neutralizzare il nemico che accorre. L’arbitro Kassai ammonisce Balotelli per il contrasto con Arbeloa.
Il talento. Minuto 44 del primo tempo. Un lungo rilancio sembra destinato ad andare fuori. Balotelli, però, lo arpiona con un magico colpo di tacco acrobatico che incanta l’Arena: tutti ad applaudire. Un tocco da poeta in un gesto da karateka. In campo ci sono tecnica e potenza, Mario è tutte e due, per questo è un pezzo unico.
La crescita. Minuto 8 del secondo tempo. Balotelli aggredisce Sergio Ramos, gli strappa la palla dai piedi e si lancia tutto solo verso Casillas. Non è vero, come dice Thiago Motta, che Mario sia sempre lo stesso. Un tempo non lo avrebbe fatto quello scatto per pressare un terzino. A suo modo, con i suoi tempi, ma sta maturando come gli chiedono Mancini e Prandelli. Ha capito che non può accontentarsi del talento e che il gioco continua anche quando la palla ce l’hanno gli altri.
La ferita. Minuto 18 del secondo tempo. Balotelli, seduto in panchina, osserva il vuoto a occhi fissi. Continua a rivedere il gol sbagliato, l’assurda indecisione. Dopo una vigilia con l‘Italia sulle spalle, avrebbe voluto dimostrarsi degno del ruolo di prima guida contro i campioni del mondo, invece ha segnato l’attaccante entrato al suo posto. Una ferita all’orgoglio che in Mario è poderoso, più dei quadricipiti.
Quindi? Quindi alla luce del nervosismo di Danzica, il rischio di una balotellata in una partita chiave come quella con la Croazia, c’è. Ma a bocciarlo già alla seconda c’è anche il rischio di sprofondare nello sconforto il nostro miglior talento, cui fino a domenica tutti chiedevano di prendere in mano la Nazionale, a 21 anni. Per fare maturare un giovane a volte serve una fiducia cocciuta, al limite del ragionevole. Abbiamo trovato una squadra vera che può fare strada. Bravo Cassano, Di Natale è una garanzia, ma per arrivare in fondo, al punto più alto del sogno, servono stelle che abbiano miniere piene di stop e di gol sconosciuti ai giocatori normali. La sensazione è che Prandelli investirà altra fede e altra pazienza nella ricerca dei diamanti nascosti in Balotelli.

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