LA GAZZETTA DELLO SPORT. Parla lo “zingaro” che è pronto a costituirsi e a rivelare le sue verità…
Non capita tutti i giorni di ricevere una telefonata da una persona ricercata dal primo giugno 2011 e considerata dagli inquirenti uno dei «protagonisti principali» dell’inchiesta sul calcioscommesse. Lo «zingaro» che non è uno zingaro (è serbo con passaporto turco) ha la voce ferma. […]
Gegic, sta per costituirsi? «Sì, andrò a Cremona. Quando? Molto presto. Dipende dalla Procura: i contatti li gestirà l’avvocato. Oppure farò da solo. Dopo potrò pensare al futuro. Credevo fosse possibile una trattativa con le autorità italiane. Che so: evitare il carcere, ottenere dei domiciliari in cambio di una piena collaborazione. Ora ho capito che dovrò passare dei giorni in una cella. Va bene lo stesso. Voglio raccontare tutto al dottor Di Martino. Non sono un santo, ma neppure quello che raccontate sui giornali».
[…]«Le scommesse sono una malattia. E in Italia il virus c’è in tutte le squadre, Serie A compresa. Anzi, ancora non avete visto nulla. Il dottor Di Martino è bravo: se continua a indagare arriverà ai pesci grossi». Lei li conosce? «No, non vendevano “informazioni”. Il problema sono le scommesse: i giocatori più guadagnano e più non sanno che cosa fare. E allora puntano. Poi non si fermano. In Italia c’è un terreno fertile: la propensione alle combine è altissima. E’ una questione di mentalità: oggi la vittoria serve a me, domani te la restituisco. Sono cose che vanno avanti da anni e i dirigenti sono in prima fila in questo mercato. Solo che prima non c’erano le scommesse: ogni tanto si sapeva di una gara venduta. Adesso ci sono interessi milionari e i calciatori sono al centro dell’ingranaggio. Accade così anche in altri Paesi, da voi si è scoperto questo traffico perché ha indagato la magistratura».
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